Charlotte vista da Anzio
Per la serie riceviamo e pubblichiamo, la tazza di Starbucks che ha visto il mondo: Charlotte, New York, Varsavia, Forlì, Salerno, Cosenza, Parma, Anzio. Saluti anche a chi ci ha inviato questa foto.
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Per la serie riceviamo e pubblichiamo, la tazza di Starbucks che ha visto il mondo: Charlotte, New York, Varsavia, Forlì, Salerno, Cosenza, Parma, Anzio. Saluti anche a chi ci ha inviato questa foto.
Couchsurfing.com è il sito ideale del viaggiatore a scrocco, detta così sembra la sagra dell’approfittatore invece è molto di più. Couchsurfing è un social network che conta quasi un milione di iscritti che girano il mondo ospitando o facendosi ospitare gratuitamente dagli altri utenti del sito.
Il servizio è totalmente gratuito ed è molto semplice da utilizzare, ci si iscrive al sito, si compila il proprio profilo e si cercano gli utenti che ospitano nella città o zona che si vuole visitare, una volta trovato qualcuno compatibile con le proprie esigenze gli si scrive un messaggio chiedendogli ospitalità. Al sito sono iscritti soprattutto studenti e ragazzi giovani, ma anche famiglie con un divano libero che lo cedono volentieri a chi passa da quelle parti, un po’ per spirito di ospitalità, un po’ per conoscere gente nuova.
La diffidenza italica verso i bagni senza bidet non è facile da vincere, così piuttosto che continuare a parlarne io, ho pensato che fosse meglio chiedere ad alcuni amici che l’hanno utilizzato di raccontare un po’ le loro esperienza.
Allora, cominciamo dall’inizio, quante volte hai viaggiato con Couchsurfing e dove sei stato/a?
Lupetto: Ho viaggiato diverse volte, la prima esperienza è stata a Nottingham, poi Aarhus, poi Pescosolido, poi Berlino, poi Salerno, poi… non le ricordo tutte. La cosa che ricordo e’ che, finora, ho conosciuto sempre persone disponibili, aperti alle differenze, umili e orgogliosi del proprio paese nativo.
Luigi: Con Couchsurfing ho viaggiato per l’Europa, ma soprattutto ho viaggiato attraverso le città che normalmente avrei solo visitato: sono stato ospite in Scozia, Inghilterra e Spagna ed ogni volta sono stato portato a conoscere gli aspetti della vita di chi abita lì.
Com’è stata l’esperienza? chi ti offriva un letto era ospitale? come ti sei trovato/a?
Lupetto: Ogni esperienza mi ha sempre “donato” qualcosa. Per dirla in parole semplici, ogni volta sono cresciuto un po di piu’, ho acquisito un po’ più di conoscenza delle culture e abitudini altrui e sono stato sempre trattato con rispetto, come fossi un loro vecchio amico che lo/li è andato/i a trovare. Non sempre mi hanno offerto un letto. Il pensiero che ho di questo sito è quello che puoi andare in un posto non da turista… dove vado a mangiare una cosa tipica? cosa c’è di tipico qui? che feste ci sono? dove posso incontrare i tedeschi/inglesi/danesi e vedere le loro abitudini comportandomi quasi come loro e imparando qualcosa? Coloro che mi hanno ospitato hano sempre dato il massimo cercando di darmi il maggior comfort possibile a casa/college loro.
Ed era come mi sentissi a casa, con amici e avido di conoscere usi e costumi della persona che mi ospitava, delle persone che vivevano in quel luogo e dell’aria che si respirava.
Luigi: Mi sono trovato mediamente molto bene, sempre premesso che non si va in albergo: bisogna adattarsi ai ritmi ed alle usanze della casa e delle persone con cui si vive e talvolta si deve veramente dormire su un divano (anche se di solito mi è stato fornito un comodo materasso). L’unica esperienza un po’ fastidiosa è stata quando, dopo una giornata in viaggio ed a digiuno, ho scoperto che i miei ospiti erano dei radical-vegan-ecologisti che alla sera si nutrivano solo di una tazza di brodo caldo. Non c’era niente vicino casa loro e sono riuscito a procurarmi del cibo solo convincendo la sorella del mio ospite ad andare a vedere la prima del film dei simpson, dove ho potuto mangiare un kg di carissimo popcorn.
Hai mai ospitato qualcuno? com’è andata? (storie d’amore, ti sei toccato e ti sei scoperto, hai salvato il mondo)
Lupetto: Purtroppo ho ospitato solo una volta poiché vivevo con i miei, ma ho preso diversi caffè, accompagnato persone in giro e invitate a locali/feste. Tutti sempre contentissimi dell’aiuto e eccitati ad ascoltare le mie storie e raccontare le loro. La volta che ospitai, erano un ragazzo e una ragazza ungheresi, non era una coppia, e… c’è stato qualcosa. Qualche volta che sono stato ospitato… può capitare come in un uscita tra persone nuove, ma eviterei di iscrivermi per cercare sesso.
Luigi: Ho salvato il mondo, aiutato damigelle in pericolo, toccato il cielo con un dito ed ospitato una trentina di persone a Pisa; ho trovato degli Amici ™ con cui ho fatto viaggi ed altre cose meravigliose e, perché no, anche l’amore o qualcosa di simile, per un po’.
Ho visto che Couchsurfing propone ai propri utenti anche delle attività “collaterali” come dei raduni per chi abita nella stessa
città, tu vi hai mai preso parte?
Lupetto: Sono, o meglio dire ero, moderatore del gruppo della mia città. Abbiamo organizzato DIVERSI meeting con i concittadini, ed è proprio una bella crew. Noi di Napoli abiamo sempre avuto complimenti per l’organizzazione (sì, sono modesto) e chi si e trovato a fare couchsurfing in quel periodo ed ha partecipato ha sempre detto che siamo uno dei migliori gruppi in cs. Ora la cosa sta andando a scemare, ma c’è ancora molta vita. Purtroppo non si può sempre uscire e nonostante sono nate grosse amicizie “inside”, le persone hanno anche delle vite alle quali badare (amici, lavoro etc etc).
Luigi: Per un periodo la comunità di CS era composta dal giro dei miei amici, quindi era un po’ difficile capire quando stessimo facendo un “raduno” e quando no. Ora come ora sono un po’ fuori dal giro, e quando vedo gli altri ragazzi di qui mi prendono un po’ in giro “ecco il moderatore che finalmente si fa vedere” etc etc… in linea di massima mi piacerebbe frequentare di più i surfers, che di solito sono ottime persone, ma la finitezzza della vita umana mi impedisce di fare tutto quello che vorrei.
Consiglieresti Couchsurfing ai lettori di mucio.net? per chi pensi che il sito sia più adatto (ragazzi, ragazze, studenti, pensionati sociali)? Hai qualche suggerimento per chi già usa o vuole usare Couchsurfing?
Lupetto: Non lo consiglierei, anzi lo consigleirei, anzi no. Ho sempre avuto timore che il sito diventi un altro facebook o un altro badoo o chi piu ne ha piu ne metta. Fortunatamente c’è un sistema di “fiducia” attraverso il quale puoi dire se una persona ti ha fatto una buona impressione o meno e quello rimane per sempre, quindi se una persona ti chiedi ospitalità e questa persona ha 1 (può piu che bastare) o piu commenti negativi, aspetti un attimo prima di ospitarla o essere ospitato.
Naturalmente puoi creare milioni di account, ma è un sistema tipo ebay, se non hai referenze è difficile che ti ospitino.
Luigi: Consiglio a tutti di provare Couchsurfing, non solo perchè è più economico di una qualunque altra sistemazione, ma perchè riguarda varamente ‘Cambiare il mondo, un divano alla volta’: ti porta il mondo a casa e ti fa entrare nel mondo. Il sito è sicuro, le esperienze negative sono meno di una su diecimila e tipicamente, se qualcuno si offre di ospitare sconosciuti a casa, non può essere cattivo.
Vuoi aggiungere qualcosa? secondo me sì.
Lupetto: Si vorrei aggiungerla. Grazie per lo spazio dedicatomi
Luigi: Mucio completa il profilo, è così da due anni =P
Da quando mi sono fidanzato con Ola mi sento molto esposto al pregiudizio da parte di amici, parenti o semplici conoscenti. Questo perché negli anni in Italia si sono creati una serie di luoghi comuni sulle ragazze dell’est e sulle polacche in particolare che sfuggirgli e davvero arduo. D’altra parte però, anche sul versante polacco, esistono tanti luoghi comuni sugli italiani, che alla fine comprarmi una camicia rosa è diventata una questione di principio.
Così, vittima di pregiudizi da entrambi i lati, ho imparato a non giudicare a priori quello che vedo intorno a me e cerco di tenere a freno la testa quando, ad esempio, vedo ragazze in coda al check-in per Varsavia il cui criterio principale per acquistare un capo di abbigliamento è quanto è visibile il nome dello stilista o della marca o che quando devono scegliere una borsa o un paio di orecchini si chiedono se è abbastanza luccicante, se brilla a sufficienza, se scendendo a cambiare un pneumatico bucato lo stanco camionista che fa Poznań – Białystok le vedrà anche da un paio di chilometri di distanza di notte, con la nebbia e i fari spenti.
L’altro giorno, per tornare a casa, ho fatto scalo a Zurigo, sul volo per la Svizzera era ovviamente pieno di germanofoni, nei posti dietro di me c’erano una tipa bionda e grassa con un bambino di pochi mesi in braccio e un ragazzo nove su dieci sudamericano, carnagione scura, folti capelli neri e viso che portava le tracce di un violento acne giovanile. Il bambino che si passavano piangeva a squarciagola, ma questo non mi impediva di cominciare a prendere sonno in fase di rullaggio.
Io non ce l’ho con i bambini, anche se piangono e danno fastidio, davvero; come davvero non penso che sei una cicciona cretina che si è presa il primo imbecille che in cambio di un permesso di soggiorno ti ha dato un po’ di confidenza; e non penso nemmeno che tu sia un deficiente perché credi di aver fatto una cosa geniale a mettere incinta la prima che si è dimostrata così stupida da farti intravedere la possibilità di guadagnarti col minimo sforzo la cittadinanza, svizzera o tedesca che sia.
Io queste cose non le penso, non le penso finché in fase di decollo non ti comincia a suonare il cellulare, perché a quel punto non credo che l’aereo cadrà, come non è caduto, ma puoi leggere nei miei occhi, quando incrociamo gli sguardi tra sedile e finestrino, tutto il mio disprezzo per te, per il tuo Motorola di merda, per la grassona che ti ha dato corda e per i genitori coglioni che si accorgerà di avere quel bambino non appena supererà il vostro livello intellettivo, più o meno intorno ai diciotto mesi.
Pochi giorni fa mi è arrivato il report annuale dei miei spostamenti da Dopplr. Dopplr è un sito particolare, la cui utilità per molti è pari a zero, ma dietro al quale c’è un costante lavoro di miglioramento che lo rende uno dei miei siti preferiti. Dopplr è un sito dove appuntare i propri spostamenti, i propri viaggi e trasferte, è un sito utile per lo più per chi viaggia molto, vuole avere un po’ sott’occhio i propri spostamenti e, magari, condividerli con gli amici.
E’ probabile che molti lo vedano come una perdita di tempo, l’ennesimo sito dove registrarsi e perderci tempo, in realtà l’uso di Dopplr è talmente semplice e veloce che aggiornarvi i propri spostamenti è praticamente indolore. Nel corso del tempo poi il team di sviluppo ha aggiunto tutta una serie di integrazioni con altri siti che ne ha arricchito di molto l’esperienza d’uso, google calendar, facebook, flickr, wordpress sono solo alcuni dei possibili servizi online con i quali scambiare informazioni. Infine visto che è un sito di viaggi e spostamenti, naturalmente non manca la possibilità di leggere consigli e suggerimenti degli altri utenti o di lasciarne di propri.
A guardarlo adesso Dopplr, per quanto ancora molto snello e funzionale è molto più ricco di contenuti rispetto a quando è nato e continua a fare piccoli regali ai propri utenti, come questo pdf colorato che riassume gli spostamenti dell’anno.
Così è inevitabile, lo apro lo guardo e ho voglia di ripartire, di vedere posti nuovi, di tornare dove sono stato, magari per mangiarmi quel wurstel a Berlino che non ho preso o per vedere finalmente i castori che mi hanno fatto rompere la macchina o quello che ancora non ho visto, mangiato o vissuto. Insomma l’obiettivo di quest’anno sarebbe stare in giro più dei centoventuno giorni dell’anno scorso, a pensarci meglio però la cosa che vorrei di più sarebbe stare davvero a casa mia adesso che ne ho una.
(Se volete darci un’occhiata il mio 2008 è questo: Dopplr report 2008)
La discussione nasce dalla foto di cui sopra
esiliato: mucio il cazzo di ramen di chitebbiecchio
mucio: a proposito
esiliato: che
mucio: ho letto di recente un post sui treni in Giappone che passano ogni tre minuti e sono comodissimi
esiliato: e vedi tu
mucio: ma sinceramente come qualità della vita tra Italia e Giappone chi vince?
esiliato: Il Giappone ma 10 a zero proprio, non ci sono paragoni
mucio: e il cibo? non ti manca la pasta e fagioli di mamma?
esiliato: no, anche perche` il cibo italiano se vuoi c`e`, e non e` male, in alcuni posti, e poi il cibo giapponese e` ottimo. E poi chi cazzo se ne frega del mangiare
mucio: e il clima? in Italia c’è il sole, il mare, le montagne
esiliato: il clima e` quasi uguale, qui ci sono sole, mare, montagne. Esattamente il 70% del giappone e` campagna, montagne, non che me ne frega molto visto che io sono una merda pigra che non fa un cazzo
mucio: quindi se uno ti dice “però nonostante tutto in Italia si vive meglio”?
esiliato: ovviamente non capisce una mazza e devo dirti la verita`, gli italiani che conosco non vogliono tornarsene vogliono praticamente restare tutti o quasi
mucio: ti faccio un ultima domanda
esiliato: eh
mucio: se un italiano volesse trasferirsi in giappone o almeno provarci, conoscendo l’inglese e poco o nulla di giapponese, quanto tempo impiegherebbe a trovare lavoro, e quali i più probabili, e di quanti soldi avrebbe bisogno per arrangiarsi un po’ prima di trovare un lavoro che lo renda indipendente?
esiliato: E` una cosa estremamente dipendente dalla situazione, dal mazzo, e da altre variabili. Io consiglio di portare almeno 3000-4000 euro, i lavori piu` papabili sono ovviamente nella ristorazione e nell`insegnamento dell`italiano. Per trovare un lavoro stabile, beh se sei cuoco o sai fare lavoro in cucina lo trovi immediatamente o quasi ovviamente il lavoro in cucina e` un lavoro di merda… Non so se sia peggio in Italia o in Giappone, ma probabilmente e` un mio problema, visto che sono una merda a fare quel lavoro
mucio: e quanto ci campi con 3000 euro? pagandoti una stanza o qualcosa del genere e la roba da mangiare?
esiliato: dipende da DOVE vai e CHE vita fai
mucio: ovviamente arrangiandomi mentre cerco lavoro, diciamo per uno che vuole venire lì a lavorare
esiliato: se ti arrangi ci puoi campare pure 4-5 mesi, se non vivi a Tokyo ovvio (o se mentre vivi a Tokyo lavori pure)
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