Secondo primo giorno di lavoro a Varsavia
Prima di tutto fa freddo e il termometro fuori alla finestra della cucina lo conferma, stamattina alle sette erano meno dodici, a Salerno ho lasciato dodici gradi, proprio quelli che mancano qui. Aggiungo solo che sono molto contento di avere il termometro fuori alla finestra della cucina, è la mia prima casa a Varsavia che ha il termometro alla finestra e l’avevo sempre desiderato, questa piccola gioia ha scaldato il mio cuore nel gelo del mattino: che poi qui fino alle sette e mezza non abbiamo visto nemmeno una parvenza di alba.
E’ importante coprirsi bene, così ho potuto rimettere il giubbotto Murphy & Nye che sembra quello che avevo al liceo, i guanti imbottiti che mi fanno sembrare le mani quelle di un orsacchiotto di peluche e lo sciarpone di lana pesante che in Italia potevo indossare al posto del cappotto, in più ho un vecchio cappello del fratello di Ola che spero di sostituire con qualcosa di meglio, anche un secchiello per il mare.
Così bardato sono uscito in strada e subito ho capito perché i polacchi fanno sempre le strade previste per loro, ad esempio passano sempre sul marciapiede e non tagliano mai per i giardinetti o i parcheggi, d’estate è facile, ma con la neve e il ghiaccio rischiate di cappottarvi alla prima scorciatoia furba che pensate di fare. Comunque per quanto in equilibrio instabile pensavo per lo meno di essere al caldo, invece l’inverno di Polonia ha saputo farsi strada passando da sotto, nel giro di pochi metri avevo tanto freddo tra le gambe che sembravo una di quelle che hanno un blog erotico su splinder.
Altre cose notabili che tra qualche giorno lo saranno meno: cristalli di neve visibili ad occhio nudo che si posavano un po’ ovunque, la Vistola con un po’ di lastre di ghiaccio, io che arrivo in ufficio con meno di mezz’ora di ritardo.
(foto originale Warsaw 5 Janury 2009 di francescomucio)