Appunti dall’esilio
Sembra stupido che uno si possa sentire in esilio nella sua nazione ma tant’è.
Stamattina anche lo speaker della metro rossa era incazzato, arrivati a Bisceglie se ne è uscito un “Capolinea, scendere dal treno” schifatissimo. Come se tutti quelli che erano sul treno, fossero arrivati a Biscegli con l’unico obiettivo di restare sul suo treno più a lungo possibile.
Che poi cosa ti incazzi? perché sei scocciato? hai un lavoro, porti a casa dei soldi, certo non è il lavoro più bello del mondo, va bene, allora studia, prenditi una laurea, io mi sono laureato lavorando, puoi farlo anche tu. Non scaricare la tua frustrazione su di noi che stiamo andando a lavorare. E non hai nemmeno la scusa che sei stanco, perché non hai fatto il turno di notte, la metro apre alle sei e mezza e alle nove tu hai lavorato due ore e mezza. Se io sono scocciato dopo due ore e mezza di lavoro il mio capo mi fa un cazziatone che me lo ricordo. Quindi sorridi.
Nei treni della metro di Milano in alto ci sono gli spazi pubblicitari, ma molti sono vuoti, altri hanno pubblicità di centri estetici o negozietti improbabili, ad esempio la catena dei riparatori di zainetti. A me quegli spazi vuoti e le pubblicità un po’ squallide mettono addosso un’aria di tristezza e di declino.
Nelle stazioni della metro invece ci sono le pubblicità, che strano però fare il confronto con le pubblicità a Varsavia, lì in ogni stazione della metro, si vedono dalle due alle quattro pubblicità di libri, una volta ne ho viste quattro. A Milano ne ho vista una, anzi no, mi sono sbagliato era la serie televisiva tratta da Romanzo Criminale.
Fuori dalla metro, alla fermata degli autobus, personaggio. Camicia bianca, cravatta nera, maglioncino sottile con scollo a V, che lasciava scoperti i polsini della camicia, chiusi, pantalone, jeans strappato blue, a vita bassa, che lasciava intravedere un filo di camicia tra maglioncino e cintura, nera non troppo larga, fibietta d’oro, scarpe da ginnastica bianche, candide, occhiale a goccia, capello corto con pinna centrale.
L’impressione è che siamo sull’orlo di un baratro, anzi che stiamo precipitando in un buco nero. Certo, stiamo precipitando, ma vuoi mettere come sto bello coi miei Ray-Ban?
Nota personale. Mi è stata fatta una proposta, non me la sono sentita di prenderla in considerazione.