E poi ci fu quella volta – Addendum
Grazie a chi ti guarda e non è soddisfatto, a chi ti abbraccia malgrado tutto e tutti e a chi ti ferma e sta lì a parlare con te. Grazie a chi ti chiede il nome, a chi te lo dice e a chi ti porta un’altra diet coke. Grazie al fegato, al piede che batte il tempo e al nome che finisce in Z e inizia in J.
Grazie ai santi, Patrizio, ai navigatori, Cristoforo, e ai poeti, morti. Grazie a chi canta con gli amici, a chi sorride e a chi si alza per fumare. Grazie alle cose amare, alle cose dolci e al pepe. Grazie alle magliette aderenti, ai conti saldati per gli altri e ai bicchieri sollevati. Grazie a chi si prende le sue responsabilità, a chi stappa una bottiglia con un tappo a corona e a chi te lo chiede non appena ti vede.
Grazie alle schiene scoperte, alle coche annacquate dal ghiaccio e ai baffi che sorridono. Grazie a chi canticchia, a chi schiocca le dita e a chi si volta indietro a salutare. Grazie a chi chiede soldi per la musica, a chi ti chiede di iscriverti alla newsletter del locale anche se forse non ti vedrà più e a chi ti chiede spiegazioni.
Grazie a chi batte sul bongo anche se sembra improbabile, a chi ha i capelli a pinna come un ragazzino di un altro paese e a chi, permettetemelo, tiene la camicia fuori dai pantaloni, anche se non è alle Hawaii, se la sta godendo un sacco e se ne frega di quello che verrà, almeno per mezz’ora, e adesso smette, si alza e si va a prendere l’ultima Guinness al bancone.
Iniziava qui: E poi ci fu quella volta