Un giorno in Polonia
Qui fa caldo, certo non come dove siete voi, dove siete voi ci sono almeno 10 gradi di più e l’umidità dell’80%, certo non dappertutto, a volte anche lì piove, acquazzoni, nuvoloni e trombe d’aria come dicono i vostri giornaletti online, non so se avete notato quanta pena faccia ormai la homepage di repubblica.it. Illeggibile.
Qui fa caldo, ma la sera bisogna mettere qualcosa addosso, almeno secondo la fidanzata-mamma, che sei italiano e pensi sempre di essere italiano, non credo, qui non devi fare dieci manovre per infilare un Pluriel nel posto di una Smart.
Oggi sono venuto in ufficio in macchina perché pensavo che piovesse, non ha piovuto, ci sono le nuvole, ma non sembrano nuvoloni grigi di pioggia, come quelli di venerdì scorso, però c’è un po’ d’afa quindi non si sa mai.
Stasera, per pranzo, qui va così, mangerò delle crepe con dentro un formaggio bianco e l’uvetta, con sopra lo sciroppo di lampone. Ok, direte voi, questo è il dolce, che mangi per pranzo/cena? no, quello è il pranzo/cena, qui va così.
Qui in Polonia ci sono un sacco di cose strane, non solo le consonanti impronunciabili, ad esempio si possono fare i peluche personalizzati che dicono quello che volete voi, si può tornare vivi da un addio al celibato, ma il giorno dopo, e non andare al matrimonio perché i dottori dicono che si può morire.
Questo per presentare la nuova rubrica di cose polacche.