Inferno di Gianfranco Marziano
Volevo scrivere di Inferno il nuovo libro del Marziano, ma non è il momento, quindi scrivo un po’ di appunti sparsi e comunque sono cento pagine per 8,90 euro che potreste anche spendere.
Ora sapeva cosa gli sarebbe accaduto: l’avrebbero isolato, diffamato, sputtanato, tutto tranne che invidiato, perché anche le ultime merde della società avevano intimamente compreso che chi lavora oggi è un sfigato.
Dei trentenni in avanzato stato di decomposizione, ignavi della vita, sono i protagonisti di questo libro, personaggi che mi sono cari perché ho diversi amici in questa condizione. Persone che si sono lasciate vivere, che a trent’anni ancora credono che sapere tutto di un disegnatore di fumetti sia meglio che cercarsi un lavoro, o che andare a sentire una tribute band locale sia una cosa incredibile, gente che vuole fare il critico, lo scrittore, il musicista, il giornalista o qualcosa che sta marcendo nella loro testa.
I primi capitoli sono più asciutti e affilati e, a mio parere, i più riusciti, poi un po’ alla volta il Marziano ricomincia a prendere per il culo i suoi personaggi, ricorrendo come spesso fa nei suoi testi all’iperbole e al paradosso, costringendoli a vivere situazioni grottesche dalle quali non potranno uscire se non con le ossa rotte. I personaggi dei ventenni ricchi sono quelli venuti peggio, fin troppo di plastica e irreali, forse perché non sono sotto l’occhio dell’autore ogni giorno, ma frutto di stereotipi da televisione pomeridiana. Altri come Giacomo, Marisa, Claudio sono tragicamente riconoscibili tra persone che conosco o che ho conosciuto, gli altri probabilmente li riconoscerà qualcun’altro.
Fortunatamente l’introduzione di questo libro è solo di due pagine.
Se vi piace il Marziano compratelo, se avete nove euro di troppo e il fegato messo male compratelo, se volete una lettura divertente compratelo, se siete come quelli del libro sparatevi, anche perché non lo capireste.