Corruzione
Oggi il fratello di Ola mi chiedeva del cibo italiano per corrompere la moglie. Io a Ola ho preso un uovo di pasqua della Lindt. Cosa posso chiedere?
Nel settimo capitolo di Dieci piccoli indianirestano solo in sette sull’isola. Una coincidenza? io non credo.
Oggi il fratello di Ola mi chiedeva del cibo italiano per corrompere la moglie. Io a Ola ho preso un uovo di pasqua della Lindt. Cosa posso chiedere?
Per il mio prossimo progetto ho già firmato una carta che al punto sette dice:
Il dispositivo Non-Aziendale collegato alla rete Aziendale non conterrà messaggi molesti o offensivi, inclusi, ma non limitato a commenti offensivi riguardanti la razza, il sesso, disabilità, età, orientamenti sessuali, ponografia, credi e pratiche religiose, materiali inneggianti all'”odio”, appartenenze politiche o nazionalità
Praticamente sono io che non mi posso connettere alla rete aziendale del cliente.
Non sto bene (è una scusa), così ve la faccio breve.
Lei e lui sono di famiglie tradizionaliste, di quelle così all’antica che i templi di Paestum a confronto li hanno fatti ieri, di quelle che dopo la prima notte di nozze il marito deve stendere il lenzuolo bianco per far vedere la prova. Che prova? La prova! Questa storia gira intorno alla prova, se non avete capito non fa nulla, non c’avevo molte speranze.
Lei è una tipa sveglia, che va a studiare fuori casa all’università, fuori sede, lontano, così tra un libro di filosofia teoretica e una sessione straordinaria perde la sua virtù.
Lui è uno che si spacca la schiena, lavora nell’azienda di famiglia, viaggia per lavoro e quando finisce le riunioni a tarda notte, a Barcellona, a Milano o a Forlì, con il suo segretario/amico approfittano dell’ospitalità del luogo. Niente di particolare, niente che non rientri in nota spese sotto una cena.
Si avvicina il tempo del matrimonio, i giovani si conoscono da un sacco di tempo, da piccoli erano amici, non si trovano insopportabili, sanno che dovranno sposarsi, è così che vanno le cose nelle loro case e loro accettano la cosa senza troppi problemi. I tempi cambiano, ma non per tutti.
Com’è e come non è però lei non può più sposarsi con l’abito bianco. Ma, appunto, i tempi sono cambiati e la medicina di adesso fa miracoli. Così si celebra il matrimonio, ci sono i confetti, la torta, il brindisi, i pianti e gli abbracci. Tutto come vuole la tradizione insomma.
Il giorno dopo alle sei di mattina la famiglia dello sposo tutta e sotto il palazzo della famiglia della sposa, incazzati, con spranghe e fucili. Ci sono urla, insulti, minacce, le donne si strappano i capelli, gli uomini hanno gli occhi iniettati di sangue.
Alla fine si parlamenta. C’è un tavolo in mezzo, da un lato ci sono gli sposi, e la famiglia dello sposo, il padre, i fratelli, zii e cugini, nascosta dietro uno di loro, c’è anche sua madre e qualche zia. Dall’altro lato ci sono i genitori della sposa e i suoi parenti. L’atmosfera è tesa, la tensione si taglia, come suole dirsi, con un coltello. La faccenda è chiara e c’è poco da aggiungere.
“Non è bello” dice lo sposo “quando scopri che tua moglie vergine è vergine, ma ha un buco del culo grande così!”
Sarà che certe cose le si danno per scontate finché non ce le hai più. Sarà che non è che io ci sia mai andato molto appresso. Sarà che le storie di Paperino le scrivono in Italia da sempre e bene o male sono più italianizzate di quello che si crede. Comunque la crostata, uno dei dolci più fessi del mondo all’estero non esiste. E se esiste è italiano.
L’ultima volta a Varsavia siamo stati a Lidl vicino casa a farci due risate perché c’era la “settimana italiana” e quindi a vedere quelle cose che i tedeschi pensano che siano italiane e vendono come tali. Una su tutte, io l’aceto balsamico bianco non l’avevo mai visto.
Così andiamo girando tra le varie bottiglie di olio d’oliva aromatizzato in vari modi, olio fatto in Italia ovviamente, e prodotti con i nomi che dovrebbero sembrare italiani agli stranieri e che invece spingono gli italiani ad aprire il banco frigo e vomitarci dentro. Nessuno noterà mai la differenza tra i filetti di pesci ricoperti di schifo e quelli ricoperti di vomito.
Alla fine arrivo di fronte ad un pila di confezioni di crostatine, di sottomarca va bene, non ci sarà il piccolo fornaio del Mulino Bianco che va postiando Clementina, ma ormai non c’è più nemmeno in Italia da quando c’è il reato di stalking e vengo colto da un’epifania.
In Polonia, come nel resto del mondo conosciuto non esistono le merendine, in pacchi da sei, otto, dieci o come gli uomini del mulino hanno deciso. Fuori dai confini della penisola nessuno ha mai risposto “Girella” quando gli veniva detto “Buon dì”, nessuno ha mai odiato i bomboloni alla marmellata, orridi, pensato che Camilla era sintomo di odio da parte dei genitori o infilato le Kinder Brioss nella Nutella.
Così alla vista delle crostatine mi è venuto il dubbio e sono andato a controllare, wikipedia italiana non riporta nemmeno la pagina per la parola crostata, quella inglese dice che è una torta italiana.
Sarà che la crostata, quella fatta per bene, con la marmellata e le strisce di pasta che formano dei rombi, sia davvero uno dei dolci più facili e veloci da preparare, dopo il pane e Nutella, sarà che mia mamma non la faceva mai, sarà che davvero ne ho viste migliaia sfornate da Nonna Papera sulle pagine di Topolino, però davvero non mi aspettavo che fosse un dolce prettamente italiano.
Alla fine, per nostalgia o per gola, ne ho preso un pacco. Niente di che, solo un’altra conferma che non è che in Italia si mangia troppo bene, ma che sono loro che non sono capaci.
Per la cronaca, Clementina ha sposato un’immobiliarista veneto e produce gli spot dei Flauti sempre del Mulino Bianco. Valeria Marini l’ha sempre considerata un modello di vita e insieme stanno creando una fondazione per aiutare gli animali abbandonati sulle strade di montagna.
(foto originale crostata marmellata di rachm3)
Vedendo che il suo pubblico restava di pietra alle sue battute, la gargolla si ritiro nel sul angolino, si vede, pensava, che il mio è un umorismo di nicchia.
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