Abbracci insaspettati
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Nel settimo capitolo di Dieci piccoli indianirestano solo in sette sull’isola. Una coincidenza? io non credo.
Per noi che siamo cresciuti negli anni ottanta, giusto prima che Cristo si fermasse, le feste di compleanno erano una delle poche occasioni per bere Coca-cola, Fanta o Sprite. Erano tempi più frugali, eravamo più poveri o semplicemente i soldi si spendevano meglio, fatto sta che bere la cocacola era qualcosa di eccezionale, riservato alle feste comandate e poco più. Avere la cocacola in frigo, cosa che durava solitamente poche ore, era un lusso che capitava dopo una delle suddette feste. Insomma era un vizio o un premio, riservato solo a dopo aver finito il primo, tutto.
Adesso invece è diventata qualcosa di ordinariamente quotidiano o quasi. Resta a casa dei miei sempre l’idea che si stia comprando o bevendo una “schifezza” e che quindi il consumo ne vada un minimo limitato, perfino con la nipote che ormai è in grado di andarsela a prendere da sola, si comprano per questo bottiglie da mezzo litro e quand’è finita è finita. Restano però alcuni tabù, ad esempio, quello che prima di metà mattinata la cocacola è off-limit o che a berla fuori pasto si debba essere sempre e comunque guardati male.
Per questo mi sembra così stano che invece in America sia normale bere la cocacola a colazione e non sono solo i colleghi più giovani, i neolaureati del marketing con la diet coke, o i panzoni overobesi alla Supersize me, no a bere cocacola a colazione sono anche le signore di una certa età, i capi e i tipi della sicurezza. Intendiamoci non è che tutti bevano cocacolla, anzi, sono molti quelli che prendono un caffè, un caffellatte o yogurt con i cereali, diciamo però che le cocacole mi restano più impresse e non sono poi pochissime.
A volte qui mi pare proprio un altro pianeta.
Ieri sera dopo aver visto Star Trek, mi sono addormentato pensando voglio sognare il futuro, voglio essere nel futuro, voglio sognare il futuro…
Ho sognato di essere in Cecoslovacchia dopo l’invasione nazista.
E la cosa più bella di New York era che la mattina dopo, sbirciando dalle finestre dell’albergo, era ancora lì: con i suoi palazzi enormi, i taxi gialli, le bancarelle all’angolo, i tombini fumanti e tutto il resto del mondo che gli ruotava intorno.
(foto originale Dalla finestra dell’albergo di francescomucio)
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