“Il celibato non è un dogma”
Previsto un aumento delle violenze domestiche.
(nella foto: il Cardinale Hummes)
Nel settimo capitolo di Dieci piccoli indianirestano solo in sette sull’isola. Una coincidenza? io non credo.
Previsto un aumento delle violenze domestiche.
(nella foto: il Cardinale Hummes)
Piave, Cantina Pizzolato
Mirko e Andrea si presentano da me con due bottiglie di questo cabernet sauvignon, mentre vado a prendere le ospiti, con Johnson decidono di aprirne una nell’attesa, ma la loro scortesia viene punita, la prima bottiglia che aprono sa di tappo e la devono buttare. La seconda invece è buona. Voto 6+.
Morellino di Scansano, La Mora
A quel punto apriamo anche la seconda bottiglia, buon vino, onesto, si fa bere bene, piace. Voto 7.
Niente da dire, chi lo conosce lo sa, chi non lo conosce se lo faccia presentare, un po’ come Andrea il coinquilino friulano di un amico che chiede “ma come si chiama questo vino? Agli? aglione?” al che gli porgo la bottiglia facendo:
– Bevi e poi mi dici.
– No, no, non ti preoccupare sono già al terzo bicchiere.
Voto 9.
Mamuthone di Mamoiada, Sedilesu
Il padre di Elisa gliel’aveva consegnato con una cerimonia che dire religiosa vuol dire sminuirla, le aveva detto di aprirlo in una grande occasione, ma si sa le figlie non danno mai ascolto ai genitori. Noi però l’abbiamo atteso, aspettato e apprezzato. Voto 10 e un autoinvito in Sardegna per la prossima estate.
Credevamo che il Mamuthone chiudesse il pasto, ma c’era chi aveva ancora sete, quindi il Nero d’avola che era rimasto in disparte è venuto fuori a raccontarci un po’ di cose. Non al livello dei due precedenti ma sicuramente buono, la conferma che sul Nero d’avola ci si può sempre contare. Voto 8.
Poi c’è stato anche un lambrusco giusto per placare gli animi, ma niente di che, per quanto fosse un buon lambrusco. E perdonate la tovaglia con i limoni.
Questo blog si schiera, in merito a questa questione, e non può che schierarsi in un modo.
(nella foto: una chiaramente cinese comunista mangia un hotdog all’Ikea fatto con carne di bambino)
Originally uploaded by peyoung.
Ho una penna che scrive azzurro, azzurro come il cielo a fine febbraio, ma non la sto usando: per ora uso questa che ha il tratto più scuro, più largo, più morbido, ma anche più sporco. Perchè sono un pigro e con questa penna posso pensare di sprofondare sotto qualche cielo plumbeo, tra panche di legno scuro, tra fumo che puzza di tabacco e di pesce marcio.
Mi tiro su dalla panca sulla quale sono finito disteso e chiedo un’altra porzione di pesce e un’altra pinta di birra. Nel locale c’è molta gente, qualcuno mi guarda, qualcuno mi fa un segno di approvazione, altri mi ignorano, i più bevono o parlano.
Ho la testa intontita e gli occhi spalancati, mi tocco i capelli per rassicurarmi del fatto che vada tutto bene. Non vedo nessuna faccia conosciuta, nemmeno tra quelli più vicini a me. Quello che mi è accanto mi sorride, gli mancano metà dei denti dalla mia parte, i restanti sono gialli e storti.
Arriva il mio pesce fritto, accompagnato da una mano che potrebbe contenerne il doppio del piatto, poi la mia birra. Comincio a mangiarlo per riempirmi lo stomaco mentre cerco di bere lentamente. Mi concentro sul bicchiere e sul suo contenuto, sulla schiuma, sul suo gusto, sulla sensazione che mi lascia sulle labbra e sulla lingua quando poi le inumidisco, l’odore è sempre lo stesso, forte di caffè.
Qualcuno da qualche parte brinda, guardo il vetro del mio bicchiere dove sembra arrampicarsi la schiuma densa della birra, ho le dita sporche d’inchiostro, mi ricordo della mia penna, della mia penna nuova e delle altre che ho comprato in questi giorni.
Mi alzo, raccolgo la mia borsa ed esco in strada.
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