Pensieri della colazione
Questo fa bene, questo pure fa bene e anche quell’altro.
Ma un elenco di quello che fa male e basta non sarebbe più semplice?
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Questo fa bene, questo pure fa bene e anche quell’altro.
Ma un elenco di quello che fa male e basta non sarebbe più semplice?
Puoi stare con una anche se non l’ami, non le dici ti amo e spendi centinaia di euro per un regalo, naturalmente a quel punto puoi averne anche un’altra, funziona allo stesso modo, spendi solo un po’ di meno per i regali e alla fin fine le scambi, quando litighi o discuti un minimo con una puoi andare con l’altra.
Naturalmente è importante tenere le due cose ben distinte, solo una, quella che prende meno regali, può sapere dell’altra, di quella ufficiale. Utilizzare le stesse espressioni ed un numero limitato di frasi permette di evitare gaffe, cadere in contraddizioni e far finire il giochino. Se hai cattiva memoria non usare la fantasia, sarebbe controproducente. La fantasia usa per le scuse, ma poi segnatele da qualche parte, per ripassarle quando sei da solo.
Se sei uno di quelli che escono la sera con gli amici e tornano ubriachi o fatti a casa, la soluzione migliore è mettersi con una molto più piccola di te e rispettarne orari e ritmi. Questo ridarà un ritmo civile e salute alla tua vita. Attenzione che la differenza d’età non superi i limiti consentiti dalla legge.
Avere un periodo refrattario di alcune ore pare non sia un grosso problema, due volte in ventiquattro ore pare sia una media accettabile per un ventenne di oggi, andrebbe sentito il parere delle ventenni, credo che non sarebbero propriamente d’accordo.
– Ciao.
– Ciao.
Versione di lui: sono andato con mio cugino in un locale a bere la vodka, lì c’erano due ragazze, quando quella più brutta è andata in bagno ho guardato l’altra che mi ha detto una cosa che non ho capito, allora le ho detto “ciao” e anche lei “ciao” e poi eccetera eccetera. Te lo giuro era troppo bona.
Versione di lei: ero con Asia da Perx e ci si sono seduti vicino questi italiani, quello brutto era con la ragazza, che era polacca, l’altro era molto carino, poi Asia è andata in bagno e lui mi guardava. Allora ho detto qualcosa in inglese, ma lui non ha capito, però mi ha detto “ciao”, anche io ho detto “ciao” e poi eccetera eccetera. Era tutto vestito firmato.
Lui potrà raccontare agli amici che è stato con una polacca, lei che è andata con un italiano.
Dieci minuti dopo eravamo a prendere vodka al miele nel locale accanto.
Il post di ieri è venuto via un po’ di corsa, un po’ perché erano le sette di sera e volevo uscire dall’ufficio, un po’ perché era la terza volta che cominciavo a scriverlo, due volte se l’era mangiato il cellulare, così imparo a non bloccarlo; alla fine me la sono cavata raccattando un po’ di informazioni da wikipedia e aggiungendo i commenti del caso. A giustifica posso sempre dire che mi ero svegliato presto, tornavo dal lago e la tensione e la spossatezza accumulata erano ancora lì dietro l’angolo.
Per chi legge e crede di saperne, il nervosismo, il cattivo umore e la depressione quando si è senza internet, sono stati scoperti e studiati solo di recente, come pure recente è lo studio che ha calcolato in 36 ore la giornata di chi naviga molto, diciamo pure vive, su internet. Per quanto possa sembrare strano ai profani, con un computer è possibile fare più cose contemporaneamente, come quando si legge un libro in treno, quindi riuscire a fare molto di più di quello che permetterebbero le canoniche 24 ore.
Immagino che le due cose possano essere collegate, che ci si possa sentire frustrati perché si è costretti a rallentare, non è importante se io sto al computer, l’importante è che io sappia che sto scaricando quel film, se sto studiando posso comunque chattare con un amico, alla fine mi renderò conto che sto combinando poco, allora chiuderò la chat e mi dedicherò completamente alla guerra dei cent’anni, alla mitosi o all’ermeneutica kantiana, ma sarò sempre disponibile via mail e mi ci vorrà un attimo per controllare la posta o aprire google e cercare qualcosa che non so, anche se sto facendo una cosa, ne sto facendo anche un’altra.
Non sto dicendo che è tutto rose e fiori, spesso si perde tempo distratti da un video su youtube o dal rumore di fondo, però il tempo diventa poroso, la stessa ora che prima era un blocco inerte, diventa una pietra pomice piena di interstizi che si riempiono di altro. E spesso questo rende il lavoro meno faticoso, anche se la concentrazione spesso è a rischio.
Ma c’è anche un’alto motivo, per molti internet non è un altro elettrodomestico, oltre a lavatrice, televisore e frigorifero, il computer non è più l’evoluzione della calcolatrice e della macchina da scrivere. Internet ha cambiato il modo di percepire il mondo da parte di chi la usa, è una quarta dimensione che ha una fisica sua. Se da Roma a Milano ci sono 585km sulla superficie terreste, su Internet possono essere adiacenti, se prima per copiare una cassetta ad un amico dovevo perdere un’ora per copiarla e poi andare a casa sua, adesso posso allegargli le stesse canzoni in una mail, la tecnologia non ha modificato solo lo spazio, ma anche il tempo.
Ci avevano raccontato che nel futuro ci saremmo infilati spinotti nelle tempie, che saremmo stati immersi in mondi virtuali e avremmo controllato le macchine con il pensiero. Ce l’avevano raccontato male. Oppure siamo solo un po’ in ritardo. Possiamo controllare i computer e i cellulari con la voce, ma non sono ancora in grado di interpretare tutto quello che diciamo. Abbiamo protesi al carbonio, ma siamo ancora ai primi esperimenti con macchine che reagiscono ai pensieri e telecamere che ridanno la vista ai ciechi. Non abbiamo ancora la realtà virtuale immersiva, abbiamo quella che chiamano realtà aumentata.
E’ come se al nostro quotidiano venisse aggiunto un senso in più, non solo i colori e gli odori, adesso possiamo vedere anche a migliaia di chilometri di distanza, oppure ciò che è piccolissimo e ciò che è enorme, possiamo sapere molte più cose di quelle che ci sono nell’enciclopedia in casa, anzi non abbiamo più un’enciclopedia a casa, possiamo parlare con persone lontanissime e fargli vedere cosa stiamo mangiando. Non possiamo ancora fare tutto, non possiamo offrirgli un po’ della nostra lasagna, per questo ancora per molto tempo dovremo invitarli a casa nostra e sopportare le loro chiacchiere senza poter fingere un guasto sulla linea per sbatterli fuori dal nostro salotto, però è lì che stiamo andando.
Siamo la prima generazione che passa le ore al telefono e i nostri genitori capiscono che stiamo facendo vicino a quella scatola attaccata alla parete, abbiamo portato per la prima volta la bicicletta in paese e i nostri amici pensano che siamo davvero sgraziati e ridicoli su quell’affare di metallo. Vivere senza telefono, senza mezzi di trasporto o senza carta stampata, lo si può fare per un breve periodo e in casi particolari. Nel quotidiano sarebbe impensabile per la maggior parte degli abitanti del mondo occidentale; senza autobus bisognerebbe partire di casa all’alba e tornare a notte fonda o trovare un lavoro molto vicino, senza telefono si può usare la posta e il telegrafo, ma si tornerebbe indietro di cinquant’anni.
La situazione è simile, ci sono delle persone che vivono già in una realtà aumentata, che hanno delle giornate più lunghe, che hanno modo di accorciare alcune distanze e che usano il tempo in un modo diverso. Io sono solo uno dei primi.
Piccata presa di posizione dell’orso che da anni vive nello zoo di Pittsbourgh alle proteste della chiesa cattolica contro la sentenza del Tar del Lazio che esclude la religione dagli scrutini:
Un giudice ha stabilito che l’ora di religione non conta un cazzo e i mentecatti si lamentano.
Jeff l’orso
(nella foto: Jeff l’orso contrariato dalle ultime vicende)
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