Dormisci
Dormisci,
abbisogni di sogni,
chetàtti,
almeno un attimo.
E’ notte,
dormisci.
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Mi hanno detto che devo andare in un posto giovedì, forse. Per arrivarci la strada più breve pare che sia prendere un treno, poi un autobus e poi una carrozza tirata da quattro cavalli neri, arriverò in un bosco dove troverò una vergine che starà sgozzando una capra bianca su una pietra bagnata tre notti dalla luna piena, lì devo disegnare un cerchio col sangue della capra e fare tre salti all’indietro.
A quel punto si aprirà un portale che porta direttamente alla sala mensa del cliente, è l’ingresso fornitori.
Il tonno così tenero, ma così tenero, che il grissino si mette lì a fargli i grattini.
Il signor Tonino mi ha raccontato un sacco di cose mentre eravamo in fila per i controlli di sicurezza e mentre aspettavamo l’imbarco qualche settimana fa, tralascio le cose personali e che a voi poco importano, le storie sono queste:
Durante la guerra al suo paese dei marocchini, così lui li chiamava, soldati africani parte dell’esercito francese, catturarono tre soldati tedeschi, li portarono sul sagrato della chiesa e cominciarono a danzargli attorno urlando che gli avrebbero tagliato i pendagli per metterglieli alle orecchie. I tedeschi erano terrorizzati e fecero una gran pena al signor Tonino e a chi era con lui, che andarono subito ad avvisare i soldati francesi, i quali appena saputa la cosa presero in consegna i tedeschi e riempirono i frustate i marocchini che, a detta loro, erano carne da cannone.
Il signor Tonino fu mandato a studiare in seminario, per diventare prete, e in seminario fanno (o almeno facevano, non so ora) mettere la tonaca anche ai ragazzini, però si sa che i ragazzini sono come i topi, dieci minuti senza gatto e subito cominciano a ballare, in particolare quei topi giocavano ad acchiapparello. Il signor Tonino per essere meno impacciato dalla tonaca se la alzò alle ginocchia. Nel mentre tornò chi doveva sorvegliarli e quando vide la tonaca sollevata rimproverò il signor Tonino dicendogli che quello era un abito sacro e andava rispettato. Il povero signor Tonino rimase molto mortificato, come se gli avessero dato una coltellata, mi ha detto, e da allora quell’abito gli diventò odioso perché, mi ha detto pure, “a me mi piace la libertà”.
P.s. il signor Tonino ha 82 anni e va ancora in giro da solo in aereo e in auto.
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