Il film
Il cinema, il cinema, il cinema.
Il cinema è adesso su Rai Tre.
Con Air.
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Tornano Biscotto e Canotto, i due pupazzi in stile muppet del nuovo 12 non di Telecom, torna Bobby Solo in una performace di gran lunga superiore al suo ultimo festival di San Remo e soprattutto tornano con una nuova canzoncina.
Non c’è Natale senza neve a dirotto,
non c’è l’abete senza regalo sotto.
non c’è 31 senza botto,
non c’è 12 senza 88.
Che aggiungere, sono sempre più dei personaggi cult.
Se per un fortunato caso stanotte voi fosse stati svegli, diciamo verso le quattro, e aveste acceso la televisione su Rai Uno probabilmente vi sareste chiesti perchè sul primo canale, come dice mia nonna, c’era una babbiona che si sedeva sulla faccia di un vecchio, in un’atmosfera fintorgiastica da film adolescenziale americano anni 80.
Probabilmente avreste cambiato canale, cercando un ormai spento Marzullo o avreste spento per tornare a letto dopo aver svuotato la vostra vescica del suo ambrato contenuto, ma nel fortunato caso voi foste stati svegli, televisore raiunosintonizzato e un passato di giocatori di videogiochi serio a cavallo degli ’80 e ’90 sicuramente sareste rimasti lì a guardare il film riconoscendone subito lo spirito.
La vista dei voluminosi capelli corvini della protagonista, la scollatura filantropica e i modi a metà tra la soubrette e la vaiassa non avrebbero fatto altro che dare conferma al vostro istinto. Magari non l’avete mai visto, magari non sapevate nemmeno che esistesse il film, magari non avete mai giocato nemmeno il videogioco, però non avreste potuto sbagliarvi nemmeno volendo, quello è il film di Elvira.
Elvira è questa improbabile strega che vuole fare uno show a Las Vegas, che arriva in un paesino e scatena il putiferio. Il film ruota indubbiamente intorno alla circonferenza seno della protagonista e malgrado potrebbe diventare un cult anche solo per quello è imprezziosito da personaggi e situazioni che lo pongono al di sopra dei B movie d’importazione e non.
Lo spirito ricorda molto quello che si poteva respirare nelle avventure grafiche dell’epoca, con scenette al limite del non sense e aggiungendo talvolta un po’ di pepe, anche se va detto che persino in Monkey Isle c’era qualche accenno alla dubbia sessualità di Guybrush Treepwood senza parlare della serie di Larry. Sicuramente molto superiore alle streghe, ai vampiri e alle Buffy che da qualche anno impestano i nostri teleschermi.
Vi risparmio di raccontarvi episodi del film per non rovinarvi le sorprese, sappiate però che nel perbenismo anni ’80 Elvira era abbastanza fuori le righe del politicamente corretto, insomma superiore “soprattutto di petto”, come dice la stessa Elvira sul finale.
Il finale ovviamente è lieto, la cittadinanza alla fine si ravvede, Elivra eredita i soldi dello zio cattivo e può andare a Las Vegas e mettere su il suo show Elvira: the mistress of dark. Il numero finale è eccezionale, non adatto ai malati di cuore e rotolo di scottex per gli altri.
I due pupazzi che stanno rincoglionendo l’Italia e che quindi nella prossima legislatura, quale che sarà l’esito delle votazioni, ricopriranno gli incarichi di Ministro dell’Interno e Ministro per le politiche agricole hanno un nome, anzi due, si chiamano Biscotto e Canotto, chiedere per conferma a chi li ha inventati.
La musichetta che è ormai il tormentone dei bambini nella metropolitana milanese, cioè il target che al momento fa tendenza in Italia, non è un caso se il politico di maggior successo in Italia li può guardare negli occhi senza doversi accosciare, il brano dicevano è realizzato da Ferdinando Arnò, già autore delle musiche dietro spot stravisti come quelli Campari, Dreher e molti altri, interpretando il blues “King of the Road” di Roger Miller. L’agenzia, se non sbaglio, dovrebbe essere la dbdo o qualcosa di simile, ma nomi cristiani, si sa, le agenzie pubblicitarie non li hanno mai e se li hanno non lavorano, mistero della fede. Infine l’interprete del pezzo è l’inossidabile Bobby Solo, accompagnato stavolta da un minimo di coretto.
Per i più sprovveduti ricordiamo che il numero pubblicizzato non è di Telecom Italia e che se vi serve un numero di telefono vi conviene consultare il sito www.paginebianche.it risparmiando tempo e denaro. Nel frattempo continuate a cantarla:
Non c’è latte senza biscotto
non c’è sopra senza sotto
non c’è Pisolo senza Dotto
non c’è 12 senza 88.
Se voi avete un mito lasciatelo perdere. Per i prossimi cinque minuti sgombrate la mente e seguite la luce, per i prossimi minuti il vostro mito è Gianfranco Funari. Non vi costa nulla ormai sono solo quattro minuti e mezzo.
Perchè Funari? Perchè ieri era a Matrix da Mentana ed era lì l’unico guardabile, perchè quando parlava lui era come una boccata d’aria fresca, perchè nel buonismo asettico della televisione italiana, ogni volta che era inquadrato c’era sempre il fumo di una sigaretta che saliva da un angolo. Ma soprattutto per il suo intervento iniziale, un colloquio a distanza con Mentana dove paralva di gioco d’azzardo, di televisone e di donne. Un tète-a-tète per nulla romantico, dove il vostro, ancora due minuti e mezzo, mito parlava, come sempre, senza farsi troppi problemi degli argomenti più vari. Cito a memoria.
“Perchè non ti si vede spesso sulle reti Mediaset?” “Perchè faccio troppo share.”
Donne, “a me, a parte una che mi ha dato due revolverate, mi hanno sempre fatto bene. Le donne sono la salvezza degli uomini.”
Fede, racconto di come lo battè per dieci volte a blackjack su incarico del casino, visto che Fede riscuoteva subito, se vinceva, e pagava, se perdeva, con assegni postdatati. E il direttore del casino voleva anche che arrivasse almeno a dodici, ma Funari andò via alla decina perchè era tanto innamorato di una donna splendida, con la quale poter fare sesso tutti i giorni, parole sue.
In tutto questo beve un po’ d’acqua dalla bottiglia, non inquadrato, ma il pubblico vede e ride e fa apparire simpatico Mentana, gesso, dandogli onore per una battuta sul regista, sinceramente non molto divertente. Cinque minuti finiti, tornate pure ai vostri soliti discorsi, l’isola dei famosi, tette e culi, Berlusconi, le leggi, le cose, le altre, ancora. Spero vi sia dolce naufragare in questo mare. Di merda.
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