Dicesi stipendio
Dicesi stipendio qualla cosa che arriva senza orgasmo ma a volte è pure meglio.
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Dicesi stipendio qualla cosa che arriva senza orgasmo ma a volte è pure meglio.
Oggi all’una mi è arrivata la seguente mail:
Il Presidente è arrivato in fondo alla maratona di New York in 5 ore e 50 minuti!!
Vi saluta tutti!
Il presidente sarebbe il presidente della Coop e di certo non sta salutando me, primo perchè non ci hanno mai presentato, secondo perchè io sono bello e simpatico e lui per risultare tale deve andare a sommare alla puzza del traffico di New York il suo sudore.
Se poi qualcuno volesse avere la cortesia di spiegarmi il senso di andare a New York a fare la maratona e di farlo sapere ai propri dipendenti, sarebbe davvero gentile.
Quindi se avete visto un servizio durante un qualche telegiornale con degli italiani vecchi e rincoglioniti che adavano a correre la maratona di New York insieme a Gianni Morandi e qualche altra ex-celebrità, sappiate che tra quelli poteva esserci anche chi indirettamente mi da lavoro, mi da mangiare e mi fa trascorrere amenamente otto/nove ore al giorno dal lunedì al venerdì.
Quando sarò vecchio e rincoglionito credo che giocherò coi miei nipoti e li porterò a Disneyland invece che andare a correre senza motivo e ai miei dipendenti il giorno della maratona di New York darò un premio produzione o un cappellino di Topolino.
Per la cronaca, il record mondiale della maratona è 2 ore e cinque minuti, in molte città dopo 6 ore riaprono le strade al traffico urbano.
Nella saletta caffè del posto dove lavoro è apparso da qualche settimana un annuncio di uno stagista che cerca casa, tra le cose scritte c’è anche la seguente riga:
Massima serietà e rispetto
Io ogni volta che la leggo penso, potevi anche scrivere direttamente che sei gay.
La giornata procedeva fin troppo noiosa in ufficio, il cielo era di un celeste grigio che nemmeno lui sapeva bene dove voleva andare a parare. Sbadiglio. Un po’ di musica nelle orecchie non poteva risollevare la giornata, ci voleva qualcosa, di più. Tra un po’ ci sarebbe stata la pausa pranzo, ne avrebbe approfittato per uscire, con la scusa di andare a mangiare avrebbe preso la macchina e senza dare troppo nell’occhio avrebbe svoltato a sinistra invece di andare come gli altri dritto. Poi la strada di casa e il letto dove dormire un paio di ore e far arrivare in fretta la sera, la notte e poi domani ricominciare, magari con un po’ di voglia in più arrivata con il sonno.
Qualche giorno fa ho fatto un sogno, un sogno strano, di quelli con le sensazioni vividissime, ma soprattutto provando delle emozioni e dei sentimenti che se non erano i miei, visto che non sono un omicida e uno stupratore, sicuramente sono i miei in un’altra reltà.
Il protagonista del sogno sono io, cioè mi vedo da dentro e sono in compagnia di un tipo, che dev’essere un mio amico e un mio socio. Stiamo scappando, ci stiamo nascondendo perchè siamo ricercati per alcuni omicidi e stupri, nel sogno ricordo qualcosa del passato, di come ho ucciso delle guardie di una banca, che ci siamo nascosti da qualche parte in un bosco, con una ragazza presa in ostaggio, ancora più neblosi sono i ricordi precedenti di altri morti e violenze.
Il tipo che è con me è meno svelto di me e più insicuro, mentre io sono per il fare quello che uno ha voglia di fare, senza farsi problemi e sensi di colpa. Tra i due sono io quello che comanda.
In qualche modo ci ritroviamo in una casa, sul balcone, è la casa dove abbiamo deciso di nascondersi, è casa di mia nonna, ma non la riconosco come tale. L’idea è se stiamo nascosti in una casa dove non c’è nessuno e nessuno ci vede possiamo anche restarci un po’, finchè le alcque non si calmano.
Nel frattempo però inizio a pensare che a breve la storia sarà finita, che ci prenderanno e ci metteranno in carcere e io non ho voglia di andare a finire in prigione, che piuttosto meglio la morte, però non ho voglia nemmeno di suicidarmi, sparandomi o saltando dal balcone, quando ci troverà la polizia potrei farmi sparare addosso oppure, se non lo facessero per primi, potrei sparare addosso ad un poliziotto per costringere i suoi colleghi ad uccidermi, però non voglio nemmeno ammazzare un altro poliziotto.
Così mi viene da pensare di chiamare i miei, di chiamare mia madre, ma per dirle cosa? malgrado i morti e gli stupri non voglio dirle che sono pentito, perchè non lo sono, e allo stesso tempo so che stanno male per me e per quello che faccio, vorrei chiamarli solo per dirgli che li voglio bene e penso che anche in un momento del genere, con un figlio ricercato dalla polizia, sapere che dopottutto li voglia ancora bene per dei genitori dev’essere una cosa bella. Però non chiamo.
Intanto devo fare la pipì, così il mio compagno, che mi invita a farla sul balcone, vicino alla porta, sul telaio di legno. Io faccio un po’ resistenza all’idea, ma il mio compagno insiste ed è lui ora a dirmi di non farmi problemi e di fare quello che voglio. Così la faccio sul balcone. Anche se è un sogno non mi sono fatto sotto.
Arriva sotto casa una macchina della polizia, ripenso che voglio farla finita in qualche modo con la situazione, ma non voglio andare in carcere. A quel punto esce una signora sul balcone vicino, che mi insulta perchè sono un poco di buono e non so fare una scelta, allora estraggo la pistola e gliela punto in faccia, ma so che non sparerò perchè non voglio uccidere qualcun’altro.
Poco dopo tra mille altri pensieri ed emozioni torno a svegliarmi nel mio letto.
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