Cene importanti
– Sai quelle feste, con tutta gente in abito lungo, in giacca scura.
– Sì e tu?
– Beh io avevo un maglione bordeaux e le converse.
– Elegante. Ma il posto com’era?
– Oh, bello, très chic, figurati che in bagno il portarotoli era a specchio, mancava il rotolo di carta, ma per pippare seduti sulla tazza dev’essere perfetto.
– Vabbè ma ti sei divertito?
– Mi sarei divertito di più se avessi avuto della benzina e dei fiammiferi.
– Non ne avevi?
– La benzina in macchina, ma sai che non fumo.
– Altro?
– Non so, del veleno?
– Veleno?
– Beh quello per topi che ti fa vomitare verde sul secondo tailleur preferito di quella che hai accanto.
– Alle cene di gala non si vomita.
– Hai ragione, allora qualcosa che causi un’emorragia dai pori della pelle? fa anche più scena.
– Ma perchè il secondo tailleur preferito?
– Il secondo, perchè il primo lo mettono solo per la serata speciale, con chi hanno deciso loro, mica per la cena del lavoro, il tipo a quel punto se le scoperà e non si farà più sentire.
– Dici?
– Dico che lo chiameranno loro ai limiti di una crisi di nervi e pianto, per sentirsi rispondere qualcosa di freddo con sottofondo di voce di moglie e/o di figlia.
– Ma lui poi le richiamerà in preda all’ormone…
– Non credo, perchè rifare lo stesso errore, meglio scegliere qualcuna di più giovane e che si bagna prima.
– E come hai mangiato?
– Male.
– Bevuto?
– Peggio.
– Bella serata eh?
– Merda.
(nella foto non modificata: la toilette del racconto)