Like a superstar
Jane, raccontare di quanto sare potuto essere intelligente, di quanto sarei potuto essere figo, peccato, uno di quelli di cui si legge sui giornali, uno di quelli di cui vostra madre vi dice, hai visto potevi essere come questo, hai visto questo che ha fatto, che è riuscito a fare, invece non l’avete fatto e cercate di capire quale sarebbe dovuta essere la vostra strada, mentre adesso la state ancora cercando, da qualche parte, a breve, perchè vi restano solo quattro anni scarsi, perchè sapete che in italiano i numeri si scrivono sempre a lettera a meno che non indichino delle date o delle quantità, ma non siete un ragioniere e scrivere i numeri a lettera è un esercizio che vi piace, che vi fa sentire superiori a quelli che li scrivono a numero, è un gioco combinatorio scrivere i numeri a lettera, come sugli assegni.
Vivere di rendita, vivere a scrocco, la mia tastiera ha dei buchi attraverso i quali si può vedere il pavimento, scrivo con la tastiera sulle ginocchia, non la guardo e non la vedo, vedo il pavimento, attraverso, ma in realtà guardo lo schermo, perchè quello che sto scrivendo se non lo salvo in qualche modo sparirà per sempre e io me ne sarò dimenticato, come di tutte le cose che normalmente scrivo, come delle cose che dico, delle cose che faccio, il passato è passato e non ci penso più, fortunatamente mentre le faccio le cose sono abbastanza presente, altrimenti sarebbe un bel guaio, ho problemi con la memoria a breve termine, scrivo veloce, forse, non lo so, dovrei misurarmi in qualche modo, da qualche parte ci sono dei siti o dei programmini per misurare la tua velocità, dovrei provarli, ma chi ha il tempo, il tempo ce l’ho, ho finito la laurea, ho lasciato la fidanzata, o mi ha lasciato lei, non lo so, non me lo ricordo, di certo mi ha lasciato più tempo libero, potrei quasi farcela a combinare qualcosa, ma a chi potrebbe interessare? sono un animale da palcoscenico, ho bisogno di un pubblico, lo so, con un pubblico potrei combinare qualsiasi cosa, cose divertenti, cose cattive, cose buone, no le cose buone le faccio solo se sto da solo, non mi devono vedere mille persone quando faccio cose buone, non mi vedo nemmeno io, le cose buone le faccio solo per la persona per cui servono e poi semmai mi tornano, ma il pubblico è una sensazione unica, in pubblico posso fare di tutto, l’ho già detto? certo, ma se scrivo uno può tornare indietro, ma se lo pensassi solamente non si potrebbe certo, o una ripetizione avrebbe meno peso, però purtroppo la mia velocità non è così vicina a quella del mio pensiero come io vorrei, sembra quasi che io stia dicendo delle cose di me, ma in realtà non sto raccontando nulla, dico cose, sì, ma è solo la superficie, una piccola increspatura sulle acque.
Ma chi avrà mai il coraggio di scendere fino in fondo?