mASIAfucker di Il\’ja Stogoff
Questo libro è una storia, una storia che dura poco, qualche giorno e duecento pagine, ma è una storia importante, è la storia di un culmine, di una vita che arriva nel posto più dimenticato di tutti, sia fisicamente che mentalmente, per poi tornare indietro, riarrotolandosi su se stessa.
La vicenda inizia in uno dei modi più banali, l’autore è a Mosca per lavoro, per consegnare degli articoli, in stazione però, invece di ripartire verso San Pietroburgo, verso casa, decide di prendere il primo treno per il posto più lontano possibile, arriverà così nella profonda desolazione delle repubbliche asiatiche ex-sovietiche, dove troverà un mondo dimenticato dal resto mondo e che vuole dimenticare il resto del mondo. Città e paesaggi fatti di polvere, di violenza e di miseria.
Arrivato lì scoprirà che tornare indietro non è così semplice e il ritorno sarà un altro viaggio che lo condurrà ancora più lontano, fino all’altro estremo dell’impero sovietico, fino all’estremo della sua vita, quando sarà sul punto di arrendersi e di perdersi.
Non ho il libro sotto mano e l’unica citazione che volevo riportare è quella che è in testa a questo articolo, perchè l’altra notte, mentre ero in treno per Bologna ho avvertito chiaramente che qualcosa ha cominciato a girare al contrario anche nella mia vita e forse il viaggio cominciato qualche anno fa tra qualche tempo potrebbe anche avere una prima fine.
mASIAfucker
Il’ja Stogoff
trad. Mario Alessandro Curletto
ISBN Edizioni
15,00€