Ma che bella città di merda, informazioni turistiche
Ieri sono andato alla Triennale per la prima volta e un po’ me ne vergognavo di non esserci mai stato, anche perché quando abitavo a Milano (anni 2002 e 2003) per un annetto ho lavorato proprio in Piazzale Cadorna e ogni giorno, due volte la giorno, leggevo Triennale nella stazione della metro e sempre pensavo “quasi quasi in pausa pranzo o dopo il lavoro ci faccio un salto”, perché per me la Triennale era proprio in Piazzale Cadorna o lì dietro. Mi sbagliavo.
Ieri arriviamo a Cadorna, seguiamo le indicazioni Triennale nella metro e… basta. Nessuna delle rampe di scale che portano fuori ha scritto accanto Triennale, le indicazioni per il museo finiscono a metà stazione della metro prima di arrivare ad un’uscita. Da lì dovevo capire che non sarebbe stato facile.
Domenica pomeriggio, Milano, stazione ferrovie Nord di Cadorna, il fatto che non sia segnalato un ufficio informazioni, anche solo delle ferrovie Nord pare sia una cosa normale, il fatto che non ci sia qualche punto assistenza per i turisti, che a Cadorna arrivano direttamente dall’aeroporto di Malpensa, pare sia dovuto al fatto che Milano non sia una città turistica, il fatto che in Piazzale Cadorna non ci sia uno straccio di cartello, indicazione, scritta a pennarello, sputo catarroso che indichi dove sia la Triennale è semplicemente perché il primo museo italiano di design non è una cosa che una città ricca come Milano dovrebbe segnalare.
Proviamo a chiedere alla biglietteria della stazione dove può essere questa Triennale, com’è ovvio che sia, dopo uno scambio di sguardi smarriti, ci dicono di andare a chiedere all’ufficio informazioni di fronte al primo binario. Non so se conoscete la stazione di Cadorna, ma di fronte al primo binario, raggiungibile se funzionassero i tornelli solo dopo aver timbrato il biglietto cosa che ovviamente non è, c’è solo il deposito bagagli e un bar. Ci viene da pensare che alla biglietteria intendessero l’ufficio dove si fanno i biglietti per Malpensa, dove effettivamente c’è un ufficio informazioni, peccato che sia, e lo dico per esperienza, l’ufficio informazioni del Malpensa Express e peccato che sia chiuso.
Così ci facciamo il giro della stazione cercando di capire dove può essere la triennale, sempre divisi tra il chiedere informazioni a qualcuno, Ola, e il “dai vediamo di qui, lo so che è qui vicino”, io. Nel frattempo ci prendiamo qualcosa da Chocolat, sconsigliata la cioccolata calda, mia, consigliato il gelato al cioccolato all’arancia, di Ola, l’altro gusto del gelato è un non pervenuto che sapeva di poco.
Ci arrendiamo e torniamo sottoterra per guardare la cartina della città che è presente nella metro (praticamente a Milano è l’ATM a fornire l’unico supporto al turista), Ola ricordava l’indirizzo, via Alemagna, così troviamo un fantomatico Pal. dell’Arte, proviamo? proviamo. E alla fine troviamo.
Come si arriva alla triennale? arrivati a Cadorna, prendere via Paleocapa che poi diventa viale Alemagna. Sono circa seicento metri a piedi, per farvi capire l’ingresso principale del castello sforzesco è a cinquecento metri, però la stazione della metro mica l’hanno chiamata Cadorna – Castello.
Sono sempre più stupito di come questo paese si svaluti.
La mostra poi era bella e avrei voluto che fosse più grande, che ci fossero state più cose da vedere o da leggere, ma questo mi capita spesso quando visito una mostra che mi piace. Peccato però che in Italia nel 2008 in una mostra di oggetti, molti dei quali ancora in produzione, si debba essere richiamati perché tocchi una caffettiera Bialetti da due tazze o non puoi provare cosa vuol dire sedersi su una Up5. Questo è davvero frustrante, invece la puzza nei bagni faceva proprio schifo.
Chiudiamo con un’ultima nota negativa, esiste un sito del Design Museum, la mostra attuale basata sulla collezione permanente della Triennale e anche il motivo principale per il quale siamo andati. Dei diciotto link in alto solo nove sono attivi, gli altri rimandano alla triste scritta “sezione costruzione”, cosa che se già è sciatta in un sito personale, in un sito istituzionale è davvero deprimente.