Fumarsi una banana
A quanto pare l’amico Emiliano parla con cognizione di causa quando dice che la banana si fuma tutta>.
You can use the search form below to go through the content and find a specific post or page:
A quanto pare l’amico Emiliano parla con cognizione di causa quando dice che la banana si fuma tutta>.
Quello che non sapevate:
– Entro dieci anni le banane come le conosciamo saranno estinte.
– Il banano sembra un albero, ma è un erba.
– La buccia di banana nelle gag serviva solo a sostituire la cacca di cane.
(foto originale ataque sorpresa di voodoonyu)
(Rubo solo per questa volta la rubrica alla fighetta, perché è un caso eccezionale e poi so, che poichè a lei piacciono le storie romantiche, visto che ero a cena con Ola non se ne avrà troppo a male)
Di solito non sono il tipo che va nei locali e che inizia a parlare e a farci amicizia con chi li gestisce, come fa ad esempio Samuele, forse perché penso sempre che dall’altra parte questo atteggiamento può essere scambiato per “faccio l’amico e tu mi fai lo sconto.” Ho vissuto per quasi un anno in un agriturismo e il mio rapporto con i proprietari non è mai andato molto oltre il buongiorno e il buonasera. Credo di aver fatto due chiacchiere in più solo una volta con un barman a Roma, una sera prima del primo maggio dell’anno scorso, ma c’era di mezzo del rum, del Guatemala, di cui cerco ancora il nome, e comunque questa è un’altra storia.
Questa invece comincia a luglio scorso, dovendo andare a Cracovia, volevo anche andare da qualche parte con Ola, organizzando tutto io, magari in un posto carino, anche perchè poco prima era stato il suo compleanno e, visto che la tangenziale di Bologna non ha l’uscita “Varsavia – Praga poludnie”, non ero riuscito a passare nemmeno a farle gli auguri dopo il lavoro.
L’idea di portarla in un ristorante italiano mi sembrava carina, ma anche rischiosa, un po’ come mangiare la pizza a Milano. Certo potevo puntare sulla cucina polacca, che però ha un problema per chi come me non ama la verdura e le zuppe: sbagliando ordinazione, anche se il gambero rosso gli avesse dato trentotto forchette, sarei potuto uscire dal ristorante chiedendomi se le invasioni russe e tedesche della Polonia nel corso dei secoli non fossero state solo missioni umanitarie, per combattere la fame nel mondo. Ola ne sarebbe uscita sicuramente viva, probabilmente il nostro rapporto no.
Fortunatamente su internet ci sono siti di recensioni e pareri su qualsiasi cosa, siti che a differenza di questo si rivelano spesso molto utili, e poi Cracovia non è strapiena di pizzerie e ristoranti italiani. Così la ricerca non è stata lunga e il nome Aqua e Vino* e il sito anche in italiano (non da traduttore automatico) mi sono piaciuti fin da subito.
Il ristorante è in una delle strade che arrivano nella piazza del mercato (quella principale e piena di turisti) di Cracovia, più o meno dalla parte opposta alla strada che porta a Kazimierz. L’insegna sulla strada non è grandissima e per arrivarci occorre entrare all’interno di un palazzo e poi scendere, come per molti locali di Cracovia, al piano di sotto.
All’interno Aqua e Vino si presenta subito bene, alla struttura ben visibile in pietra delle pareti e della volta è stato abbinato un arredamento in legno scuro molto sobrio e lineare, sulla parete sopra al bancone sono presenti dei pannelli con i protagonisti del cinema italiano dagli anni ’50 in poi: Totò, Peppino e l’immancabile pasta asciutta che provoca Alberto Sordi.
Il personale è polacco, i proprietari italiani, i clienti anche o almeno quasi tutti quelli che ho visto quella sera. E’ una cosa che avevo già notato in Emilia, infatti i napoletani che sono da queste parti frequentano bene o male gli stessi posti e poichè in questi posti di solito si mangia bene e quindi si paga il giusto, di solito i napoletani con un po’ di soldi si trovano insieme e si conoscono un po’ tutti. A Cracovia c’erano per lo più professori o ricercatori universitari… e una suora polacca.
Sinceramente non so scindere come ho mangiato da come sono stato da Aqua e Vino, entrambe le cose sono state perfette, dalla mail di risposta alla mia prenotazione al grappino finale offerto dalla casa. Certo quando siamo arrivati con la cameriera polacca per dire che avevamo prenotato ci ha parlato Ola, ma per il resto è stato come stare in Italia, anzi ancora meglio.
Francesco, uno dei due soci, è stato gentilissimo ed è stato a fare due chiacchiere con noi tutte le volte che il lavoro gli lasciava un attimo (Ola ancora non si è ripresa dalla storia delle camicie a maniche corte/lunghe), Roberto, l’altro socio che quella sera non lavorava, è passato al nostro tavolo per salutarci, mettendomi in imbarazzo. La parmiggiana di melanzane, arrivata per volontà di Francesco insieme agli antipasti, l’ho mangiata senza riuscire a credere che fosse così buona, anche io che non la inserisco tra i miei piatti preferiti.
La cucina era tipicamente italiana, i primi di pasta, con funghi e gamberi per me e spinaci e gorgonzola per Ola, erano ottimi e abbondanti, il filetto al pepe dolce e tenero al punto giusto, il vino, Nero D’avola, ha meritato due volte di venire dalla Sicilia alla Polonia. Ma il motivo per cui domenica prossima tornerò da Aqua e Vino è stata l’atmosfera della serata, tra lo stupore di Ola per il fatto che, pur sapendo solo tre parole di polacco, avessi organizzato tutto senza dirle niente, il godere ad ogni boccone di sapori che credevo lontani un migliaio di chilometri e la disponibilità di Francesco e i suoi racconti di cuoco italiano alle prese con apprendisti polacchi (senza sapere il polacco).
Se siete a Cracovia e cercate un posto dove mangiare bene, se avete già provato la cucina polacca e tornare a casa per un pranzo o una cena non vi dispiace, se non siete di quelli che storcono il naso a prescindere quando vedono un ristorante italiano all’estero, ma credete che, sapendo scegliere i giusti ingredienti e cucinando con passione sincera, anche oltre le alpi si possa mangiare meglio che in molti ristoranti italiani, allora dovete necessariamente sedervi da Aqua e Vino.
Il prezzo della cena non lo scrivo, perché potrebbe leggerlo la festeggiata, diciamo che per una cena simile in Italia avrei speso dieci/quindici euro in più a testa; ma confrontati i menù con quelli di altri ristoranti di Cracovia ho trovato il costo nella media, il rapporto qualità/prezzo invece è tutto a vantaggio dello stomaco di chi ci ha mangiato.
* In polacco la C semplice si pronuncia, come la nostra Z di spazio, quindi un polacco potrebbe leggere Azqua, se non che la Q nell’alfabeto polacco non esiste, hanno un sacco di altre lettere alcune impronunciabili ad ovest del Reno, ma la Q no. Non hanno nemmeno la V in Polonia, però hanno la L con il trattino, la A e la E con la coda, la U chiusa, che è la O con l’accento e poi, ma non leggete se siete deboli di cuore, un sacco di consonanti accentate.
Aqua e Vino
Indirizzo: ulica Wiślna, 5-10 (Cracovia – Polonia)
Telefono: +48 12 421 25 67
Sito interet: http://www.aquaevino.pl/
Costo finale della cena: Vedi sopra
Ok, siete appena tornati dalle ferie, non ce ne avete voglia, pensate ancora al mare, alla spiaggia o alla montagna e al fresco vero, non quello fittizio dell’aria condizionata che vi promette solo una bronchite quando uscirete di nuovo fuori in strada. Non sarò un’altra settimana di ferie, ma forse questo video può rendervi più sopportabile questo rientro in ufficio o gli ultimi scampoli di ferie. Statemi bene.
© Copyright Mucio. All rights reserved.
Designed by FTL Wordpress Themes brought to you by Smashing Magazine