Pazzi all’Ikea
Ti accorgi di vivere in una societàconsumistica quando ti accorgi che guardi nel frigo della Bottega Svedese per cercare anche le patate dell’Ikea.
(foto originale Köttbullar for real di zorbs)
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Ti accorgi di vivere in una societàconsumistica quando ti accorgi che guardi nel frigo della Bottega Svedese per cercare anche le patate dell’Ikea.
(foto originale Köttbullar for real di zorbs)
La discussione nasce dalla foto di cui sopra
esiliato: mucio il cazzo di ramen di chitebbiecchio
mucio: a proposito
esiliato: che
mucio: ho letto di recente un post sui treni in Giappone che passano ogni tre minuti e sono comodissimi
esiliato: e vedi tu
mucio: ma sinceramente come qualità della vita tra Italia e Giappone chi vince?
esiliato: Il Giappone ma 10 a zero proprio, non ci sono paragoni
mucio: e il cibo? non ti manca la pasta e fagioli di mamma?
esiliato: no, anche perche` il cibo italiano se vuoi c`e`, e non e` male, in alcuni posti, e poi il cibo giapponese e` ottimo. E poi chi cazzo se ne frega del mangiare
mucio: e il clima? in Italia c’è il sole, il mare, le montagne
esiliato: il clima e` quasi uguale, qui ci sono sole, mare, montagne. Esattamente il 70% del giappone e` campagna, montagne, non che me ne frega molto visto che io sono una merda pigra che non fa un cazzo
mucio: quindi se uno ti dice “però nonostante tutto in Italia si vive meglio”?
esiliato: ovviamente non capisce una mazza e devo dirti la verita`, gli italiani che conosco non vogliono tornarsene vogliono praticamente restare tutti o quasi
mucio: ti faccio un ultima domanda
esiliato: eh
mucio: se un italiano volesse trasferirsi in giappone o almeno provarci, conoscendo l’inglese e poco o nulla di giapponese, quanto tempo impiegherebbe a trovare lavoro, e quali i più probabili, e di quanti soldi avrebbe bisogno per arrangiarsi un po’ prima di trovare un lavoro che lo renda indipendente?
esiliato: E` una cosa estremamente dipendente dalla situazione, dal mazzo, e da altre variabili. Io consiglio di portare almeno 3000-4000 euro, i lavori piu` papabili sono ovviamente nella ristorazione e nell`insegnamento dell`italiano. Per trovare un lavoro stabile, beh se sei cuoco o sai fare lavoro in cucina lo trovi immediatamente o quasi ovviamente il lavoro in cucina e` un lavoro di merda… Non so se sia peggio in Italia o in Giappone, ma probabilmente e` un mio problema, visto che sono una merda a fare quel lavoro
mucio: e quanto ci campi con 3000 euro? pagandoti una stanza o qualcosa del genere e la roba da mangiare?
esiliato: dipende da DOVE vai e CHE vita fai
mucio: ovviamente arrangiandomi mentre cerco lavoro, diciamo per uno che vuole venire lì a lavorare
esiliato: se ti arrangi ci puoi campare pure 4-5 mesi, se non vivi a Tokyo ovvio (o se mentre vivi a Tokyo lavori pure)
Da lunedì scorso non sono più un tester linguistico di videogiochi, quindi non passo più la giornata tra internet e delle lettere senza accento. Assunto da una multinazionale della consulenza, per prima cosa devo superare un corso per prendere una certificazione interna, senza la quale non si può lavorare per loro.
Il corso dura tre settimane, più due giorni e mezzo di prova finale, alla fine di ogni settimana c’è un esame a crocette, da passare con pù del 75% di risposte esatte, praticamente 38 su 50. Ola che ne sa di queste cose dice che per un test così, senza risposte multiple, 75% è una soglia giusta. Intanto la prima settimana abbiamo studiato due manuali di 300 pagine ciascuno.
Note sparse sulla prima settimana:
– Mi hanno dato il computer ma mancano i software aziendali, ma almeno sono amministratore della macchina.
– Ai consulenti italiani danno anche cellulare e macchina aziendale, a me no, ma non me ne stropiccio.
– Faccio la barba tutti i giorni, col rasoio elettrico, che qui le lamette gilette fusion power costano uno sproposito, perché come dice un mio collega “ci vuole il fisique du role per certe posizioni”, vediamo se ci credono.
– Ai primi di ottobre vado a Barcellona per un altro corso, per qualcuno che lavora per grosse aziende di consulenza è normale, per me è una felice novità e la prendo come tale. Eppoi Ola sta schiattando di invidia.
Per la cronaca, la prima settimana sono passato col 94%.
(foto originale Prima settimana di corso di francescomucio)
Dice Malvino:
Personalmente, non la ritengo un capolavoro, anzi, mi pare anche bruttina, ma essa assume il valore di un simbolo, quella della libertà di espressione (in questo caso artistica) aggredita dalla millenaria arroganza di chi pretende di poter decidere per tutti, oltre che per il suo gregge di bestie ottuse e belanti, cosa debba o non debba poter essere visto, letto, sentito.
Se solo per un giorno o due La Rana Crocifissa girasse in internet, sarebbe un segno – piccolo, senza dubbio – ma un segno.
Questo è un libro rubato, trovato nella cantina di una mia vecchia casa, ma come nuovo, con tanto di fascetta, pagine ingiallite, pergamenate, ma non ha nemmeno vent’anni, però era di Ende e non avevo voglia di leggere Momo, che ha un nome un po’ sciocco, questo invece era una classica edizione Salani con sovraccoperta, ho pochi libri con la sovraccoperta, di solito coprono dei mattoni telati.
Il corvo l’osservò con la testa piegata da un lato e gracchiò soddisfatto tra sé e sé: “Ahah, una brutta notizia, a quanto pare. E’ la mia specialità”.
Il libro è una favola ecologista, così intorno a pagina sessanta, con streghe, diavoli e animali parlanti ed è difficile non pensare che Pratchett abbia preso il nome del suo gatto da quello questo libro. E il Pratchett per bambini questo libro lo ricorda molto, quello che però c’è di Ende è la velocità nell’inventare personaggi, cose o dettagli fantastici, quello che in Pratchett a volte è pesante qui è lieve, leggero e non ha bisogno dell’ennesimo giro di parole per descrivere la luce che scivola sul mondo disco.
“Coosa?” strillò il corvo. “Adesso però sta per saltarmi il tappo! Chi sarebbe l’ordinario qua dentro? Non è mica un divertimento per uno nelle mie condizioni svolazzare nella notte e nella tempesta per venire ad annunciare la sua padrona, e poi scoprire che è arrivato giusto in tempo per la cena, ma mica nel senso che trova qualcosa da beccuzzare, macché: proprio nel senso che si trova lui sul menù. A questo punto vorrei proprio chiedere forte, da farmi sentire da tutti, chi è l’ordinario qua dentro.
Mentre lo finisco intanto penso ad una cosa, se il bookcrossing è liberare i libri, fregare un libro non è liberarlo due volte? Spesso ci sono quei libri che restano nelle cantine o nelle librerie, dimenticati, possibile che non possano rinascere a nuova vita, farsi leggere da un nuovo lettore, a volte proprio dal primo?
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