Antefatto – ciò che viene prima
Durante l’erasmus alla corte di Francia il peregrino Babelez e l’accorta Maedusa decidono di prestare servizio presso il primo surrogato di pizzeria che li avesse accettati.
Svolgimento – come l’ingarbugliata matassa della storia si dipana
Sul finire di una serata, particolarmente ricca di stress emotivo, il Babelez, in cerca di rilassante sollazzo, meccanicamente ripete il gesto di accendersi una siga, paglia, bionda, ciospa o come piace intitolarla a voi. Al che Maedusa (vi avevo detto che era accorta? sì, ve l’avevo detto) lo sospinge contro il muro del senso di colpa rimbrottandolo così (cfr. nota1):
– Ma non ti pare di fumare troppo? ti sei finito già un pacchetto?
– Eeeeehhhh, non ho fumato venti sigarette.
– Non venti, diciannove.
Epilogo – laddove la storia seppur terminando lascia un sentimento nuovo negli astanti
Il dialogo fortuito arriva però alle orecchie dei francesi circondanti i due, che ne ridono di gusto, ma non è tutto, tra lo stupore dei miei compari, i galli transalpini cominciano a raccontare la cosa ad altri quasi fosse una barzelletta e poi a riderne, riderne, riderne.
Nota 1
Il dialogo originario pare sia stato questo:
– Ma non ti parrebbe che il tabacco abbia su di te un fascino smodato? Ormai il pacchetto è tristemente vuoto.
– Sbagli, cara, non ne ho fumate tali e tante da pareggiar il numero delle mie dita.
– Eppur io in vero credo che se non son venti, saran dicennove.