Mi feci una doccia e mi rivestii costatando il porcile in cui stavo vivendo negli ultimi giorni, dovevo mangiare qualcosa e prendere un’aspirina. Cercai la cosa meno sporca e meno ridicola che avessi, ammesso che l’avessi, e uscii di casa. Passai dall’edicola per prendere il giornale, mentre sceglievo il meno caro tra gli inserti della repubblica e del corriere, vidi la versione economica del capolavoro della letteratura italiana, Io uccido di Faletti era proprio sotto quella copia della Divina Commedia. Risi tra me e me per questa battuta mainstream, cosa che fece risentire il mio giornalaio, soprattutto perchè stavo andando via senza pagare. Mentre contavo gli spiccioli che occorrevano per il quotidiano, mi accorsi che il mio edicolante era proprio Giorgio Faletti.
Aveva uno sguardo triste e il viso smunto, per fargli piacere stavo per prendere una copia del suo libro, ma lui stesso mi fermò, non era il caso, preferiva tenerlo per qualcuno che a differenza mia non l’avrebbe letto. Quale inaspettata sincerità, lo guardai negli occhi per un attimo, poi gli chiesi se fosse lì per una trasmissione televisiva o cose simili, no, purtroppo no, da dopo la pubblicità contro la pirateria i suoi ghostwriter mettevano in rete i suoi libri prima ancora che potesse farsi la foto in bianco e nero per la quarta di copertina.
Buttai l’occhio alla copertina del giornale e lessi ad alta voce la notizia che mi interessava. Faletti sospirò, brutta storia la droga, ma lui aveva smesso, grazie ad un amico che gli era stato sempre vicino e che ora gestiva dei centri di recupero per VIP, probabilmente Lapo sarebbe stato affidato alle sue cure. Buttai lì l’argomento dei trans e di chi gli avesse dato la droga, i suoi occhi spenti ebbero un lampo di paura mentre faceva mezzo passo indietro. Mi diede una copia autografata dopo averci infilato qualcosa dentro "Stia attento e lo usi solo se ne ha davvero bisogno." Chissà quanto vale una Divina Commedia firmata da Faletti?
Non avevo risolto ancora nulla, a parte un fottuto mal di testa, che continuava a girarmi per la testa. Con il libro in una tasca tentai di pensare a qualcosa, cercando tra le righe dell’articolo qualche indizio. Mi fermai da un fruttivendolo per comprare qualcosa da mangiare e riempire lo stomaco, a Milano i fruttivendoli sono tutti pugliesi e quando vi parlano sembra sempre vi stiano proponendo la bi-zona. Lo sguardo del fruttivendolo quando gli chiesi delle banane fu la scintilla. Ma invece di voltarmi e correre preferii allontanarmi piano piano rasente il muro.
Ogni fine settimana ci sono dei veri e propri treni del sesso sulla tratta Milano-Torino, trans, viados e compagnia, passano il confine tra Lombardia e Piemonte per far provare nuove esperienze a padri di famiglia, manager e industriali. Patrizia che aveva salvato Lapo all’anagrafe era tale Lino B., pugliese, accanto alla stazione centrale c’era un fruttivendolo. Se tanto mi da tanto, allora tanto tanto.
Andai in stazione centrale senza sapere nemmeno cosa cercare, un barbone mi chiese qualcosa per mangiare, l’accento romano e il mal di testa, mi spinsero ad infilare la mano in tasca per cercare qualche moneta. Sporco, fetido e con un tic che gli faceva schiacciare il mento sul collo, era davvero una pena d’uomo. Lo guardai bene per cercare qualche vestigia di civiltà nel suo aspetto e lo riconobbi come Maurizio Costanzo.
Non capiva molto ma gli offrii un panino al chiosco davanti alla stazione per farlo parlare, e una birra, due. Tra qualche giorno sarebbero venuti a riprenderlo quelli di Maria e l’avrebbero lavato con dei getti d’acqua e messo in televisione, poi a fine puntata l’avrebbero buttato di nuovo sul marciappiede di fronte alla stazione.
Alla terza birra, mi disse che Maria, in realtà era un uomo e che gli aveva preso tutto, come a quello della Fiat.
Il barista ci guardava un po’ schifati, mi alzai e andai da lui, abbassò lo sguardo: – Non gli dia retta, racconta la stessa storia a tutti. Non è Costanzo è solo un vecchio pazzo. La moglie lo chiamò per dirgli qualcosa, riconobbi la voce e poi la faccia, ma non seppi associarla ad un nome o ad una situzione. Quando mi voltai il vecchio barbone era già andato via.
(Continua)
questa storia si infittisce ad ogni puntata che passa…