Oggi voglio parlare del mio compagno di banco di quando studiavo a Pisa, tutti conoscono il suo nome, ma pochi sanno davvero com’era Giuseppe Mazzini. Io posso dire che era un tipo un po’ strano, ma molto intelligente. Stava sempre a borbottare a proposito della repubblica, di Dio e del popolo, però era uno sveglio.
Infatti aveva fatto questa pensata: se la polizia mi sta cercando, io mi devo nascondere, dov’è che i monarchici non cercherà mai un patriota repubblicano pluricondannato all’esilio? di certo non in una scuola elementare. Così era diventato il mio compagno di banco. Visto che poi aveva il cervello fino, si era anche detto “Il posto migliore per nascondere qualcosa è sotto gli occhi di tutti” così si era iscritto alla scuola con il suo vero nome.
In realtà l’aveva fatto perché era un tipo molto orgoglioso e ci teneva molto, ogni volta che arrivava un supplente e gli chiedeva “ma tu ti chiami Giuseppe Mazzini, proprio come Giuseppe Mazzini?” Lui negava sempre “No, no, Giuseppe come Garibaldi e Mazzini come il più grande patriota del mondo”, ma si vedeva che un po’ ci stava male. Anche perché Garibaldi era in Francia a combattere e a farsi eleggere deputato e lui doveva ripassare la tabellina e farsi la barba tutti i giorni per non farsi scoprire.
Io devo dive che era un bambino molto generoso, anche se non era proprio un bambino, e mi aiutava spesso con i compiti, anche se con la storia non ci azzeccava mai molto, un paio di volte siamo finiti sui ceci perché mi ero fatto convincere a scrivere delle cose sulla repubblica romana e i moti popolari. Il maestro, secondo noi, era un monarchico convinto, forse gli piaceva anche Pio IX, ma non l’asino di Garibaldi, quello vero, il maestro invece era un asino vero.
Ma voglio dire due cose anche su questo maestro, egli si chiamava Egizio Spinetti ed era maestro di scuola elementare, noi lo chiamavamo Waterloo perché diceva sempre che suo zio era morto ucciso da una cannonata a Waterloo contro Napoleone, anche suo zio era maestro di suola elementare, ma poi aveva smesso; quando non volevamo fare lezione, gli chiedevamo di raccontarci la storia di Waterloo e la lezione finiva lì.
Quando Giuseppe scoprì questa cosa del nome di Waterloo, disse che questo era solo l’inizio e che con le giuste azioni avremmo potuto ridare libertà a tutti gli studenti di Pisa e d’Italia. La prima cosa da fare era fondare un’associazione segreta chiamata Giovine scuole elementari di Pisa e poi ecc. ecc. Questo perché il calcio arrivò solo molto dopo in Italia, altrimenti ci saremmo comprati un Super Santos altro che Giovini capocchie.
Comunque era bello avere un compagno di banco che pensava in grande, negli anni questo mi ha aiutato ad andare un po’ più in là del mio naso e a non fermarmi lì dov’ero, a non limitarmi a pensare all’Italia. Spesso mi raccontava della Giovine Italia, della Giovine Europa, della Giovine Grecia, della Giovine Polonia, forse per quello poi sono andato a vivere lì; e spero che Ola non faccia battute sul sentirmi anche io giovine.
Giuseppe invece non era più tanto giovane, così a volte si ammalava e stava a casa per un po’ di giorni, l’ultima volta era verso fine febbraio. Me lo ricordo perché era appena passato il carnevale e si presentarono i carabinieri a scuola, un mio compagno, molto cattolico di nome Gaio gli disse che ormai eravamo in quaresima, uno dei carabinieri gli diede uno schiaffo così forte che da quel giorno Gaio cominciò a scrivere male dei carabinieri sul Vernacoliere.
Il 10 marzo 1872 Giuseppe morì e con lui una parte della mia scuola elementare se ne andò via. Non è vero, la scuola crollò anni dopo, ma la Gelmini mi ha detto di non far sembrare che sia colpa sua.
Mucio ti voglio bene!