Cara Viola,
come hai visto alla fine sono andato di nuovo e come avevi detto tu non per un viaggio. Quando siamo partiti da Stoccolma mio fratello ha pensato bene di intraversarsi su un passaggio ferroviario. Il fondo stradale era sporco e la moto ha deciso di andarsene per i fatti suoi, io sono volato via e sono atterrato sullo zaino, Fabio è finito con il braccio sotto al manubrio e per una settimane in un ospedale svedese.
Lo sai come sono fatto, stare qui in giro per una settimana mi ha fatto venire voglia di restarci per un po’. Credo che tornerò a primavera, per ora mi godo le giornate che si accorciano sempre di più.
La Svezia è fredda in questo periodo, ma credo di aver bisogno di restare qui in letargo per un po’, mi dedicherò a cose mie, magari scriverò un libro di storie per bambini nati sotto zero, e ci vuol poco, qui già a fine ottobre a volte di notte la temperatura va sotto lo zero, e il freddo d’inverno mozza il fiato. Quando sarà così mi chiuderò in qualche sauna.
Per ora sto cercando un lavoro che posso fare senza grossi problemi, sono arrivato qui senza curriculum come un turista faidaté di una volta, ma con i soldi previsti per il viaggio ho preso una stanza in un paesino vicino Stoccolma. Stasera vado in qualche ristorante italiano a vedere se cercano camerieri, altrimenti proverò con quello mongolo dove lavora il mio coinquilino, pagano poco e vivrò usando i miei risparmi, ma dovrei arrivare al disgelo.
Mentre lo scrivo rido, ma ancora non so come sarà quando fuori ci saranno meno venti gradi, quando ci sarà la neve ovunque, quando il sole lo vedrò solo per un paio d’ore, quando mio fratello partirà e sarò di nuovo solo, lontano e perso. Sono stato all’Ikea, ovviamente, e ho visto i bambini in gabbia persi tra le palline. Ho scelto solo una gabbia un po’ più grande.
Questa lettera te la darà Fabio quando andrai a trovarlo, spero che ci andrai prima di Natale, io all’epoca probabilmente mi sarò già costruito il mio igloo e vivrò di pesca e pellicce.
Tieniti al caldo.
Mucio