La cosa bella di leggere un libro “di uno storico” e non “di storia”, cioè il libro di storia del liceo, è leggere tra le righe i riferimenti e gli appunti che fanno ai colleghi e leggervi rapporti di stima, di odio o di disprezzo, insomma, per dirla con parole altrui, “onestamente in poche parole la maggior villania del mondo.” La fregatura è che è un libro del 1937 quindi non si possono seguire le polemiche successive se non facendo ricerche d’archivio.
Questo libro volevo comprarlo da più di dieci anni e se si va aldilà dei nomi dei re barbari si possono scoprire un sacco di cose interessanti sugli anni successivi alla caduta dell’impero romano d’occidente.
L’ho comprato per avere qualcosa da leggere in metro e autobus, per non dover guardare continuamente i milanesi e la città.
Lo sto leggendo due volte, con il piacere di leggere un buon libro, con la curiosità per la storia e per gli anni bui dopo la fine dell’impero, ma anche facendo un confronto con la situazione attuale, perchè da qualche tempo, ma soprattutto tornando ora in Italia, ho una sensazione da “tramonto dell’impero” e ho voglia di sapere quello che potrebbe accadere, giusto per tenermi pronto.