Questo post non è una di quelle storie inventate, nemmeno una storiella divertente che mi è successa, non è nemmeno un dialogo scemo o una storia del cane.
Questa è solo una segnalazione, un copia e incolla da un altro post per dare un po’ di visibilità alla cosa, perchè si deve sapere che al Carrefour del centro commerciale di Assago lavorano delle persone che non hanno rispetto per i propri clienti e per i figli dei propri clienti, è un episodio di intolleranza e ottusità.
Riporto questo post qui per giocare con Google, per far sì che se qualcuno cerchi del Carrefour del centro commerciale di Assago, provincia di Milano, capiti qui e legga questa storia. Perchè egregio signor Carrefour di Assago non è che vendere a prezzi bassi sia sinonimo di mancanza di rispetto.
Visto che solitamente non sapete come funzionano le dinamiche della rete, il consiglio che vi do è di chiedere scusa a Barbara, ma soprattutto a suo figlio e cercare di riparare al danno fatto, se per loro andrà bene, magari andandoli a prendere a casa e fargli scattare la foto che gli è stata negata, dalla vostra incapacità di selezionare correttamente il vostro personale.
Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago
Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.
Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
“La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:
• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.
Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.
Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.
Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.
Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.
Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.
Ho pianto. Dal dolore.
Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:
-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.
Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.
Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.
Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.
Firma.
Le note personali le tengo per me
Blogger e responsabilità….
Internet è uno strumento potentissimo. La gente lo usa per discutere, mantenere i contatti, comunicare sentimenti ed emozioni. I più giovani vanno anche oltre, riuscendo a fare di internet il loro modo di vivere. Sono i figli di Youtube, dei blog, de…..
Carissima sign. Barbara
Sono una dipendente carrefour di Assago il giorno che accaduto questo fatto terribile io non ero presente al lavoro.
E sono stata allo oscuro dei fatti fino a qualche minuto fa che ho trovato il suo post in questo sito!!Mi dispiace tantissimo è una vergogna che le persone non abbiamo più rispetto per nessuno!!!Per non parlare della mia collega (che per fortuna sua non so chi sia se no mi sente)che le da una risposta cosi insensata cosi terribile, signora le persone come questa che le hanno risposto cosi non devono stare in mezzo alla gente ma in una gabbia per animali!!!!
So che non è un gran che ma l unica cosa che posso dirle che mi dispiace veramente tantissimo,spero che qualcuno l ha ascolti e prenda provvedimenti per l accaduto perchè è una cosa intollerante e assurda!!!La saluto con affetto e un bacione al suo bambino.
Mia cara sig.ra Barbara,
sono rimasta notevolmente turbata da quanto Le è successo e devo farle i miei complimenti per l’autocontrollo che ha avuto … anche se forse è stato proprio un non riuscire a reagire a tanta cattiveria nei confronti del suo piccolo. Ho un’amica che ha un bimbo di 5 anni con lo stesso problema e anche lei ogni giorno deve affrontare l’ignoranza della gente che dopo che scopre il problema del bimbo la evita ….. Io appoggio pienamente la sua volontà nel volrsi rivolgere a chi dovere per far si che un fatto così grave non passi davvero inosservato …
Mi auguro sinceramete che venga fatta giustizia a questa crudeltà….!!!!Le sono vicina come penso molte mamme come me, la saluto caramente e mando un abbraccio mega al suo piccolo tesorino!!!
Carissima Barbara,
mi chiamo Alessandro Martinelli e sono dipendente presso il Carrefour di Assago.
Sono anchio papà e comprendendo il tuo grande dolore ti sono fortemente vicino abbracciandoti forte.
Ti chiedo di visitare il sito http://www.uiltucslombardia.net dove io, insieme al Segretario Organizzativo siamo i moderatori del forum “Vita in azienda”, ti ho dedicato un topic apposta.
Abbiamo anche deciso di scrivere un articolo sulla tua storia sul nostro giornale “Area Sindacale”.
Rinnovandoti la mia grande solidarietà nei tuoi confronti, ti abbraccio sperando un giorno di potere interloquire personalmente.
Un caro saluto,
Alessandro Martinelli.
alessandromartinellionline@hotmail.it
(Membro del Direttivo Provinciale e Regionale U.I.L. Tu.C.S. Lombardia.)