Ovvero di come conobbi Gennaro, divenni suo fan e vittima in un’unica sera.
Quando ho aperto gli occhi la prima cosa che ho visto è stato l’alto soffitto mansardato con le grandi travi di legno a vista; nell’angolo in alto delle strette finestre lungo tutta la parete che illuminavano la stanza. Ero sveglio, sotto un plaid di lana, in mutande e non sapevo assolutamente dove fossi e perchè.
– Vomita Mucio! Vomita tutto!
La voce di Graziano e la voglia di vomitare tutto, raschiandolo dal fondo dello stomaco. Mai capitato prima. Quando si vomita da bambini, perchè si ha la febbre è diverso: io stavo cercando di sputare via tutto quello che avevo dentro, come se il mio malessere fosse nella pancia, non capivo un cazzo, vomitare tutto, rivoltarmi al contrario e scrollare tutto fuori. Non credo funzioni così.
Mi sono stropicciato gli occhi, ero su un divano, a fianco un catino dove sembrava che ci avessero pigiato dentro dell’uva e poi gettato il contenuto senza sciacquarlo. Sulle dita mi è rimasta della roba scivolosa, colorata, grigia. Mi sembra giusto, l’avrei fatto anche io.
Mi sono alzato e mi sono guardato allo specchio. Nella sala dov’ero c’era un grande specchio con una cornice decorata e tre mazzi di rose secche a testa in giù. L’avrei fatto anche io, ma con i pennarelli. Tra le rose la mia faccia distrutta era meno peggio del previsto, ravvivata da un ombretto celestino, le ciglia più lunghe del solito e le mie labbra che, sebbene al naturale, spiccavano sul pallore circostante. Il resto era intatto.
Dopo cena siamo andati a prendere qualcosa da bere sui navigli, al locale di un’amica di Graziano, abbiamo preso del vino, credo pugliese, ma i miei ricordi già qui sono incerti. Dopo devo aver preso qualcosa con del rum, la barman ha detto che faceva lei, rum di qualche parte strana, una capirissima o qualcosa del genere, ricordo di averlo pagato, di averlo cominciato a bere fuori con gli altri. Dopo non ricordo nulla, dopo mi sono risvegliato.
Vista com’era combinata la mia faccia o ero a casa di Gennaro o della Geegee, ho trovato i miei pantaloni, ma non la mia camicia, avrei scoperto dopo che era ridotta a qualcosa di inavvicinabile. Infilati i pantaloni, ho girato per la casa per capire dov’ero, anzi, prima, mentre li mettevo, ho anche scoperto di avere smalto rosso sulle unghie degli alluci. Servizio completo direi.
Dalle foto in giro la casa è della Geegee, sono tornato a dormire. Ad un certo punto è arrivata anche, non so da dove, una ragazza bionda, alta, bella, giusto le tette e poteva fare la barbie, però con la faccia più simpatica. Mi ha guardato e sorriso quando le ho chiesto se la Geegee dormisse ancora. Io mi sarei scoppiato a ridere in faccia.
A quanto pare dopo essere stati sui navigli a bere, eravamo andati a casa della Geegee a fare due chiacchiere, a quel punto quello che avevo mangiato e bevuto fino a quel momento ha deciso che il mio stomaco non era il residence cinque stelle che gli aveva promesso l’agenzia, quindi ha organizzato un tour alpino con arrampicata libera su per l’esofago e la trachea.
Il mio cervello per non sentirsi in alcuna maniera responsabile della cosa ha chiuso bottega e lasciato il resto del corpo a cavarsela da solo, aveva voluto fare il brillante durante la serata, cazzi suoi ora.
Mi sono svegliato poi dopo quando anche la Geegee era già in piedi, io ero tutto rincoglionito, con la nausea e ormai potevo aspettarmi di tutto. La Geegee è stata più che gentile con me e io non sapevo proprio cosa dirle e nemmeno trovare delle parole per scusarmi in un qualsiasi modo. Mi ha prestato una maglietta, mi ha dato delle salviettine struccanti, mi ha offerto una cocacola per farmi passare la nausea. Mi ha anche raccontato un po’ di come Graziano e gli altri mi abbiano aiutato, svestito e messo a dormire, e di come, alla fine, quando ero ormai crollato sul divano, Gennaro mi si sia messo vicino per truccarmi e tutto quanto. E con amici così direi che non c’è bisogno di nemici.
In tutto ciò non trovo la borsa con le mie cose e, soprattutto, i vestiti di ricambio che mi ero portato dietro.
E dire che la serata non era cominciata male, trattoria bolognese, gente simpatica, gnocco fritto con prosciutto, coppa o pancetta, due primi, due secondi. Eravamo in tanti e forse non eravamo tutti propriamente sazi, il vino della casa era appunto della casa, con tutti i suoi pro e i suoi contro. Insomma una cena piacevole, con scommesse sui film di Almodovar, dove la lobby giudo-pluto-gay-massonica si era dovuta arrendere ad eterosessuali che studiano con più attenzione i registi di riferimento dell’avversario, e con battute su come prendere in giro cantanti famosi presenti in sala. Così sono diventato fan di Gennaro, quando ha dichiarato: – Ma quale sfotterlo, io me lo tromberei!
Con tanto di esplicativo gesto della mano.
La giornata è stata poi dedicata alla ricerca della mia borsa, ridotto una pezza dallo stomaco, cercando di tenere il più possibile la testa lontana da pensieri come "non lo faccio più" o "è ora che io mi dia una calmata", visto che sono pensieri che prima o poi hanno fatto tutti e che di solito non cambiano nulla. Insieme con il pittore abbiamo girato mezza Milano, con me che ogni tanto mi assentavo cercando di capire cos’altro volevano il mio stomaco e il resto del corpo. Ritrovare la borsa alla fine sembrava essere diventato uno di quei film per adolescenti, dove si comincia in un modo e si finisce in un altro. Sarei andato a mangiare al Mac, ma Graziano, a questo punto promosso mio maestro di sbronze, mi ha consigliato di mangiare pane o pasta, quindi dopo aver ritrovato la borsa nel locale sui navigli, fatta una doccia dal pittore e bevuto un altro litro di cocacola siamo andati a mangiare da Spizzico.
Arrivare alla trattoria “Da Mauro” non è difficile si può scendere a Porta Genova, seguire lungo il naviglio e poi girare sulla sinistra alla seconda, la si trova sulla destra, prima c’è anche un indiano e qualche altro localino per artisti mantenuti dai genitori. L’ambiente è quello di una trattoria, rustico e alla mano, la cameriera ci ha impressionato con il suo taglio mohicano, alle pareti incorniciati ci sono tovaglioli sui quali personaggi famosi hanno fatto disegni e dediche al proprietario. Scherzare su chi si siederà vicino al disegno intitolato "El culattun" lo si può fare solo alle scuole medie o se sei a cena con dei gay, in entrambi i casi la cosa è stupidamente divertente. Ci siamo seduti e abbiamo aspettato gli ultimi ritardatari, tra cui Gennaro di cui avevo sempre solo sentito parlare in ufficio e a cui devo lo smalto rosso che ho ancora sulle dita dei piedi e che conserverò finchè non andrà via da solo, a memoria di questa storia.
Per i curiosi, i lestrigoni sono quei simpaticoni che affondarono la flotta delle navi con cui Ulisse stava tornando a casa. Attraccati al porto tre dei compagni di Ulisse andarono in avanscoperta e si presentarono a Antifate, il re della zona, questi appena li vide decise che uno di loro sarebbe stato più simpatico come cena che come ospite. Gli altri due scapparono per avvertire gli altri, ma era ormai troppo tardi. Ulisse, mica scemo, fu l’unico con la sua nave a rimanere fuori dal porto, salvandosi dalle rocce scagliate dai giganti antropofagi.
Questo per dire che se uno resta fuori dal porto e, manda in avanscoperta gli altri, può avere comunque delle cose da raccontare agli amici, anche senza diventare la cena, o il bambolotto da truccare, di qualcuno.
non è che per caso alla trattoria \”da mauro\” hai trovato un portachiavi a forma di portachiavi? beh. era mio.
sei proprio sicuro che restare fuori dal porto sia la cosa migliore?
che foto inquietante
ma chi è sto Graziano?
OT – Se riesco a sapere qualcosa di più sulle mattonelle ti faccio sapere! pare che il tizio non voglia sbottonarsi… strange!
Graziano è un mio studente, bravo Mucio. Non ti sei più fatto vivo ma bravo lo stesso.
Sta al Due Palazzi. Ha preso 28. Scrive benissimo, anche se ha ammazzato sua cognata e poi ha tentato di uccidersi – l’ha anche scritto su Ristretti, rivista del carcere. LA pistola ha fatto cilecca e lui pensava che arrivato in carcere si sarebbe ucciso, ma non ci è più riuscito.
Credo che anche lui abbia vomitato.
ma che brutta storia!!! però mi sa che è peggio quella di gennaro, quando si dice il contrappasso…
voglio una foto del disegno culattun
;)
ps buona vita?! ma chi lo dice?
entusiasmo: no, ma c’era un portachiavi a forma di Gino Strada seduto ad un altro tavolo
Johnson: mi fido di Ulisse, come mi fiderei di me stesso, cioè molto poco
zoe: metto il link sotto la foto
Arte: Graziano è il chitarrista della Banda Wagliò. Per le mattonelle e Grancarlo vediamo un po’ che troviamo ;)
Airid: hai ragione scusa, ti scrivo ora
Rosa: In che senso quella di Gennaro?
Fulvia: Vuoi farmici tornare, non si mangia male, ma non bisogna andarci in tanti :) Ps Non lo so, ma ogni tanto qualcuno lo dice e mi girano
Il vino pugliese è pericolosissimo, tocca saperlo gestire.
La Barbie tette piccole e faccia simpatica è una bella immagine.
\”Buona vita\” si sente meno di \”buon tutto\”, ma capita, aimé!
Sono io che non mi sono saputo gestire.
Anche lei non era male :)
Terribili entrambi :(
hai dato poco risalto alla mia parte, o forse sono io che non le do risalto…
Potrai rifarti prossimamente pittore
mucio è troppo lungo sto post e io sto al pc dell’université e quindi non me lo leggo…. ma, se ho capito bene il tema del post, mi aspetto una qualche aggiunta fotografica. cia ricchio
Non ho foto di Ulisse, mi spiace :(
che ha ammazzato sua cognata etc etc… :)
Ma la brutta storia l’ho vissuta io, mica Gennaro :P
Sembra quasi la sceneggiatura di un film.
Svegliarsi e trovarsi truccato di tutto punto, non capita tutti i giorni, ad un uomo. bhe. nemmeno ad una donna… ehehe
Le donne pagherebbero per un servizio del genere :)
mucio ma ki è stò ulisse, te l’ho detto che mò non c’ho tempo di leggerlo sto post! Cia ricchiò (e sò due!) zrz src=\”/dblog/template/newType/gfx/smile_sorriso.gif\” alt=\”: – )\” />
Ulisse è il mio barboncino che avevo quando abitavo a Pastena, scappò di casa e tornerà probabilmente dopo vent’anni, ma visto che vent’anni i cani di solito non li campano, morirà sulla via del ritorno. Si, era un cane fesso.
Ps il tuo ricchiò non mi tange, perchè io non sono omofobico come te, sciocca!
io omofobico? ma che scherzi, epoi dimentichi che tu sei fra i miei più grandi amici! zrz src=\”/dblog/template/newType/gfx/smile_occhiolino.gif\” alt=\”; – )\” /> ciao bella
E’ bello avere amiche come te, con le quale capirsi al volo e scambiarsi i rossetti
…sto cominciando ad eccitarmi per domani sera…:p
Tieni le mani a posto :P