Una volta stavo salendo delle scale a Barcellona e mi sono perso, dovevo essere tra il ventiduesimo e il ventitreesimo gradino, e invece al passo dopo ero già al trentacinquesimo, e non sapevo come ci fossi arrivato.
Allora mi sono voltato indietro e fatto per scendere, perché non volevo perdermi quei gradini, dodici o tredici, che potevano essere i più belli di Barcellona. Che poi non è normale saltare dodici gradini durante una salita, è come se stessi imbrogliando, anche se non mi era assolutamente chiaro come questo potesse essere avvenuto.
Così un po’ per scaramanzia, un po’ perché ero solo a Barcellona da qualche giorno e volevo far passare il tempo in qualche modo, ho cominciato a scendere. Ma dopo il primo gradino non c’era più il secondo, anzi non c’era più nemmeno la scala: quello che vedevo intorno a me non era più il vicolo in pendenza nel quale mi stavo arrampicando poco prima, ma era diventato uno stretto sentiero che si inoltrava in un bosco ed ero circondato da alberi, dove prima c’erano panni stesi ad asciugare alle finestre