Oggi ero sull’autobus che leggevo ANIMAls, che ho preso alla Conad vicino all’aeroporto di Forlì, nelle sei ore e mezza di ritardo del mio volo Wizzair per Varsavia. L’ho cominciato a leggere ieri sera e stamattina Ola aveva il risveglio lungo, così ho continuato un po’, poi me lo sono portato sul tram, prendo prima il tram e poi l’autobus ultimamente.
Ad un certo punto, tipo a pagina quarantaquattro arrivo all’intervista a Ugo Cornia, cioè prima vedo la fotografia in alto con il fumo della sigaretta e penso che le foto con il fumo con la sigaretta mi hanno fatto un po’ la palla dal 1983, c’è anche la foto in basso con la sigaretta in bocca, in bianco e nero, che vuole fare anni ’80. E’ una cosa mia, ma a me le sigarette in foto o in televisione non piacciono, primo perché non mi piace che il fumo sia pubblicizzato, secondo perché dopo Humphrey Bogart se ti fai vedere con una sigaretta fai sempre secondo.
Leggo l’intervista e non ci capisco niente, sarà l’intervistatore incapace o è l’intervistato che dice cose incomprensibili? Intanto salgo sull’autobus e mi siedo, che c’è tutto libero e nel corridoio ingombro, e mi dico che non devo farmi prendere dai pregiudizi come al solito, per delle foto di cazzo e un’intervista che non ho capito.
Sto lì che leggo e arrivo alla fine della prima mezza paginetta del racconto, quando dal finestrino vedo il Saski Crescent, che è il palazzo dove lavoro. Mi sono completamente perso una fermata, allora mentre scendo penso: mi ha fatto.