Una delle cose di cui continuo a stupirmi vivendo a Varsavia è che, sia io che molti dei miei colleghi stranieri, facciamo dell’altro.
Esempi. Io faccio il tester di videogiochi, ancora oggi e domani, nel frattempo insegnavo italiano e mettevo su dei progettini in php per la facoltà di psicologia dell’università di Varsavia, inoltre lunedì cambio lavoro, smetto con i videogiochi e torno a fare il consulente.
Il mio collega belga anche lui è qui a testare videogiochi, ma insegna francese in una scuola di lingua, da lezioni private e ha una sua società con la quale fa una serie di consulenze linguistiche e altro. Sta pensando di mettere su qualcosa legato al VoIp in Polonia.
Il mio collega spagnolo oltre ai videogiochi ha contatti con una camera di commercio spagnola e fa consulenze per aziende spagnole che vogliono aprire una filiale in Polonia.
Non so, in Italia mi sembrava tutto così immobile. E dire che venire in Polonia non è difficile, molto meno di quello che credessi prima di decidere. Parlandone con altri amici ho scoperto che cambiare paese, cambiare vita non è impossibile, certo ci vogliono un po’ di soldi da parte, ma meno di quanto si pensi, conta molto di più la voglia di cambiare e di sfidarsi fino in fondo.
(Prossima puntata con l’esiliato in Giappone e si parla di andare in Giappone)
quando dici che cambiar vita non è impossibile è verissimo. certo la polonia non è un paese nel quale si immagina facilmente di andare a vivere, sarà perché in genere sono i polacchi che vengono in italia.
però il giappone è proprio così lontano: una sfida, oltre che un cambiamento.
I polacchi non vengono più in Italia, continuano a farlo solo le donne delle pulizie che qui ormai hanno i loro clienti e parte della loro vita. I giovani parlano tutti inglese e puntano su posti come la Gran Bretagna o gli Stati Uniti opppure restano qui dove il lavoro c’è e, se sei un minimo specializzato, pagato bene.
Il post sul Giappone è online, l’esiliato sarà felice di rispondere ad ogni tuo dubbio :)