La via polacca all’esplorazione spaziale
La grande nazione polacca ha sempre avuto due grandi problemi: che la grande nazione russa fosse molto più grande e che i polacchi avessero la stessa voglia di lavorare di quando ci si sveglia di sabato mattina rincoglioniti dal mal di testa, un tanga rosso intorno al collo e un inspiegabile tatuaggio “Padre Pio Proteggimi” sulla chiappa destra.
Però lì dove molti altri si sarebbero arresi all’alcool, il polacco medio non si arrende, riprende vigore e dopo una bottiglia di vodka anche la Russia sembra più piccola. Così grazie all’iniziativa di giovani, ma gloriose menti l’ascesa verso le stelle della nazione polacca negli ultimi anni ha fatto passi da gigante.
Test preparatori per l’esplorazione spaziale in Polonia, pur dovendo contare su risorse molto inferiori a quelle della NASA o non godendo del cappello dell’ESA, pare avvengano molto spesso. Quelli dei più in voga tra i futuri scienziati polacchi sono sicuramente quelli che getteranno le basi per la vita degli esseri umani al di fuori dell’atmosfera; infatti l’assenza di gravità può creare gravi disturbi agli organismi viventi, le radiazioni spaziali, i cicli giorno-notte diversi da quelli a cui siamo abituati ogni giorno sono solo alcuni dei problemi che gli astronauti affrontano e affronteranno nei prossimi anni.
Poco importa se i russi sono strapieni dei dati raccolti sui loro astronauti lasciati a galleggiare anni sulla Mir, potrebbero consegnarli completamente sbagliati ai brillanti scienziati polacchi proprio per impedirne l’avanzata sulla via del progresso, che poi chi ha detto che la quei dati sono veri? Forse la sedicente Mir era solo un ascensore camuffato in qualche edificio popolare della periferia nord di Vladivostok.
Basta con questi perfidi russi, con pochi mezzi di fortuna i nobili scienziati polacchi sono in grado di eseguire complessi esperimenti dall’esito incerto, uno dei più ripetuti, in diverse zone di lancio della Polonia viene svolto solitamente al culmine di convegni scientifici, anche improvvisati, che hanno un tasso alcolico elevato e disturbano il vicinato ignorante. A fine serata le menti più argute della zona si riuniscono intorno al cucciolo di casa, lo afferrano e lo infilano dentro alla lavatrice per studiarne il comportamento in assenza di gravita, accompagnando l’accelerare della centrifuga scandendo ritmicamente “Lai-ka Lai-ka Lai-ka.”
Qualche tempo fa però la corsa allo spazio polacca ha fatto un ulteriore e storico balzo in avanti: giovani scienziati, riuniti per il solito consesso serale internazionale al terzo piano di uno studentato, con materiali di recupero sono riusciti a costruire il primo razzo in grado di portare un essere umano su Marte, beffando così la Nasa, i russi e perfino i cinesi.
Certo poteva ospitare un singolo membro dell’equipaggio, era fatto di cartone e la spinta non era fornita da idrogeno e ossigeno nè da energia nucleare, ma solo da solide braccia polacche, però sopra c’era scritto bello grande “Missone per Marte”, che fosse chiaro a tutti che i polacchi sarebbero arrivati per primi sul pianeta rosso.
Qualcosa purtroppo non andò come previsto e i contatti con il razzo spaziale si persero quasi subito, tre piani più in basso. Poco dopo le forze dell’ordine, schiave dell’ignoranza e probabilmente manovrate da spie della NASA o dei cinesi, irruppero tra i giovani scienziati, quando già era pronto un secondo veicolo con una scritta ancora più grande “Missione per salvare Missone su Marte”.