– Ehi, Nick, ma quel coglione che fine ha fatto?
– Quale?
– Quello che ti saltò quando Matt Carretta ti sparò alle gambe?
– L’ho messo in garage, mia moglie diceva che le faceva impressione lì sul camino.
– Ehi, Nick, ma quel coglione che fine ha fatto?
– Quale?
– Il nipote di zio Alfredo, quello della rapina al portavalori.
– Fred Forcella dici?
– Sì, lui, il coglione.
– Ehi, è sempre il nipote di zio Alfredo!
– Massimo rispetto per zio Alfredo, Nick, ma quello era proprio un coglione. Che fine ha fatto?
– E che fine vuoi che abbia fatto? durante quella rapina si prese quattro pallottole in corpo e morì in mano agli sbirri.
– Hai ragione, me ne ero proprio dimenticato.
– Ci credo che te ne eri dimenticato, gli sparai io mica tu.
– Ehi, Nick, ma quel coglione che fine ha fatto?
– Quale?
– Il tuttofare che ti eri preso a Milwaukee.
– Ah il ragazzino messicano che camminava come se stesse ballando la rumba?
– Ma no, quello del New Jersey che aveva degli occhiali come culi di bottiglia.
– Ma quello non era a Milwaukee, era a Cleveland e non era nemmeno tanto coglione.
– E perchè io me lo ricordo a Milwaukee?
– Ma quando?
– Alla cena con il direttore, fu il coglione che rovesciò quella bottiglia di rosso italiano.
– Quello era il mio ragazzo.
– Ah… scusa.
– Fa niente, ci siamo lasciati una settimana dopo.
– Ehi, Nick, ma quel coglione che fine ha fatto?
– Quale?
– La mezzasega che sbavava dietro Sue Lee.
– Uhm… c’è una storia per quello.
– Racconta.
– Ti ricordi il bar dove lavorava Sue Lee.
– Sì, quello tra la settima…
– E l’ottava, esatto, c’era questo tipo a cui non avresti dato due centesimi che le sbavava dietro e alcune sere Sue non riusciva quasi a lavorare per colpa sua. Lo disse a suo fratello, che appena tornò fuori, la stessa sera che era uscito, lo prese in un vicolo e gliene diede tante, ma così tante che il tipo se la legò al dito. Solo che Cheng era in libertà vigilata, lo vide una pattuglia e lo rimisero dentro. Ma quello che le aveva prese aveva degli amici dentro che provarono a fargli la festa. Ma sai com’era Cheng.
– Sì, vagamente.
– Quando Cheng esce, senza un graffio, va a casa e ci trova il tipo, non gli da nemmeno il tempo di parlare che comincia a usarlo come sacco da allenamento fino a spezzargli la schiena.
– Che coglione, se l’era cercata.
– Aspetta, senti il finale, torna sua sorella e scoppia a pingere, nei sei mesi che Cheng era stato dentro, aveva scoperto che lo stronzo le piaceva e se l’era pure sposato.
– Cazzo.
– Cazzo sì, devi vederli adesso quando escono insieme, Sue, lo stronzo e Cheng che spinge la carrozzella.
ah ah ah spassosa……. :-)
forte l’ultima bwuahhuahuuah
stefigno e alesstar: grazie, qua si scrive per passare il tempo :)