Non sparate su Turigliatto
Almeno non su quello sbagliato.
You can use the search form below to go through the content and find a specific post or page:
La serata era stata calda, ma non appiccicosa, complice un venticello che veniva dal mare portandone l’odore e il rumore delle onde che, dal terrazzo, poteva sentirsi, quando la musica proveniente dalla sala faceva una pausa tra un pezzo e l’altro.
Barbie era appoggiata al parapetto in pietra rivolta verso il riflesso della luna sulle onde, incorniciata tra i due pini marittimi che come le quinte di un teatro ne sottolineavano il riverbero. Lontano era il chiacchiericcio degli altri invitati alla festa e la luce che veniva dalle grandi vetrate del palazzo del duca era attutita dalle pesanti tende di velluto, sarebbe potuta essere l’unica donna sulla terra in quel momento, sotto il chiarore notturno di una luna più grande del solito.
Sentì qualcuno avvicinarsi alle sue spalle. “Ti stavo cercando”, era la voce di Ken calda e sicura come sempre “come mai non sei dentro a goderti la festa?” Lei si voltò lentamente. Il vestito color carta da zucchero di lui ne faceva risaltare gli occhi azzurri, la cui calma non riusciva a nascondere il fuoco che ardeva dietro, le labbra da adolescente erano incorniciato dal profilo sicuro del mento, in mano aveva due flute imperlati di bollicine.
Barbie fece un passo verso di lui staccandosi dal marmo della balaustra, poi si arrestò. Lui le offrì il bicchiere senza esitare e le si fece più vicino “Hai paura?” Lei non rispose, ma nella sua mano le bollicine per un attimo tremarono, ma nessuno dei due se accorse. Lui era lì e la stava baciando, lontani dal resto del mondo.
Poi si abbracciarono e si baciarono ancora, rischiando di rovesciare lo champagne che era nei bicchieri, lei finse di esserne dispiaciuta lui sorrise stando al suo gioco.
Barbie si staccò da lui e fece qualche passo cantando a voce bassa le parole di una canzone di quando era piccola, quando fu a qualche passo da Ken si girò verso di lui e lo guardò negli occhi. Le sembrò di vederlo allora per la prima volta e allo stesso tempo di conoscerlo da sempre, di essere sempre stata lì, su quel balcone, loro due soli. “Non ho più paura.”
P.s. Beh che c’è? l’amore vince, non è un colpo di scena?
Ad occhio sono passati 26 anni, ma a quanto pare il vestito va benissimo alla nanetta di casa.
Cento anni fa moriva questo signore.
Forse non tutti sanno che lo stesso poeta, in una lettera ad un amico,diceva di preferire la versione piana del suo nome, poiché non era amante dei francesismo.
Se oggi non sentirete parlarne o non leggerete di manifestazioni per questo centenario, tenete a mente, che aldilà della “Nebbia agli irti colli” e della “pargoletta mano” Carducci ha scritto anche altre cose e buttarci un occhio non è una cattiva idea, tenuto presente che è stato il primo Nobel italiano per la letteratura.
Quanto a me, cuore mio, batti pur su,
Ch’io ti do poco retta.
Ebbi una volta un pendolo a cucú
Dentro la sua cassetta;E lo tenevo in camera; ma, quando
Mi rompeva insolente
sonni giovanili, io bestemmiando
Molto liricamenteScaraventavo al vigile scortese
Due classici latini,
Seneca e Fedro, ristampa olandese
De gli in usum Delphini.Da Intermezzo in Giambi ed epodi, Giosue Carducci
© Copyright Mucio. All rights reserved.
Designed by FTL Wordpress Themes brought to you by Smashing Magazine