E’ bello sentire parlare di famiglia il papa, perchè come tutti i cattolici è una persona molto aperta e molto attenta ai problemi della famiglia e dei rapporti tra i membri della compongono, d’altra parte non potrebbe essere diversamente se si pensa all’importanza che questa riveste nella storia della religione cristiana.
La famiglia a cui fa riferimento il papa è davvero qualcosa di fondamentale per la nostra società, un’istituzione, se vogliamo metterla in termini di diritto civile, che ancora oggi, a più di duemila anni di distanza mantiene tutta la sua freschezza e forza aggregatrice.
La sacra famiglia, al centro di molta della liturgia e dell’iconografia cristiana, indica con risolutezza la strada da seguire.
Il padre putativo, questa figura limbica di presenza maschile intercambiabile, che può sparire quando non serve più o comparire nei momenti cruciali di accettazione sociale, esemplare modello di molti rapporti di coppia che all’inizio del terzo millennio che la rispecchiano nei suoi valori fondamentali.
La figura maschile è spesso risucchiata da un lavoro faticoso, quale quello del falegname, a cui nel duemila possiamo aggiungere anche una notevole dose di stress per il traffico cittadino, che magari a Betlemme non c’era, anche se neanche la puzza delle pecore doveva essere il massimo; la figura maschile, dicevamo, è un semplice supporto accessorio, nemmeno deputato a svolgere una naturale funzione generatrice.
San Giuseppe è una figura minore nella sacra famiglia, che ricopre un ruolo che viene a rotazione interpretato da altre figure maschili, Dio, i maestri nel tempio, Giovanni Battista, Ponzio Pilato, perfino quel Giuseppe d’Arimatea, celebre per essersi preso cura di Gesù dopo la sua morte. L’ultima volta che lo vediamo citato nei vangeli è quando Gesù ha dodici anni, poi sparisce, è andato via, è stato imprigionato da un novello Erode, è morto per un incidente sul lavoro?
Quello che sappiamo è che già nella Gallilea di duemila anni fa i rapporti padre (putativo) – figlio erano conflittuali, Giuseppe come molti padri dell’epoca avrebbe forse voluto trasmettere il suo mestiere al figlio, farne un falegname, vederlo lavorare a bottega fianco a fianco con lui, invece quello cosa fa? si fa crescere i capelli e con un po’ di compagni si mette a fare il pescatore. E ci vuol poco ad immaginare la lite tra padre (putativo) e figlio:
Giuseppe: – Gesù vieni a darmi una mano, ho molto da fare.
Gesù: – No, io non sono fatto per fare il falegname, io voglio fare il pescatore.
Giuseppe: – Il pescatore? ma quello non è un lavoro sicuro, sempre in mezzo al mare.
Gesù: – E io lo voglio fare, oppure fondo una mia religione, eppoi non posso, io c’ho le unghie delicate.
Giuseppe: – Te le do io unghie delicate? Marì, digli qualcosa!
Maria: – E dai, bello di mamma, non fare sempre i capricci, poi se fai il pescatore mamma si preoccupa.
Gesù: – Allora pescherò per terra, senti qua, farò il pescatore di uomini, bella questa eh? aspetta che me la segno. Eppoi mo non posso, ho un appuntamento con Giovanni, se me lo diceva prima.
Maria: – Peppì, quello tiene un appuntamento, pure tu però potevi pigliarti meno comande al lavoro.
Giuseppe: – Marì, mo non ti ci mettere pure tu.
Maria: – Su, Gesù, fallo contento una volta a papà.
Gesù: – Ma quale papà e papà, quello è pure putativo.
Giuseppe: – Te lo do io il putativo! Vieni subito a darmi una mano con queste travi.
Gesù: – No, no e no, nemmeno se mi ci inchiodi sopra.
E così fu.
[continua]
Nella prossima puntata: i vangeli apocrifi e il padre putativo per l’accetazione sociale della ragazza madre, la tradizione talmudica e i centurioni romani, il padre putativo oggi.
E tra due uscite in regalo il test per scoprire se sei un mammone oggi come nell’anno zero.
ahah, semplicemente stupenda!! voglio tutte le uscite e anche il raccoglitore delle schede!! :)
presto tra di noi :)
Altro che le miniature delle porcellane di capodimonte: questa raccolta la faccio per davvero! aspetto la seconda uscita!
Alleluia!!! Alleluia!!! ;-)
ok, la prima parte è buona, ma il dialogo…guarda che giobbe covatta potrebbe farti causa :P
..ma che strana parlata che avevano, me l’ero sempre immaginata un po’ diversa.. dai tuoi post capisco che la vera diaspora è quella dei salernitani nel mondo, di gran lunga la più antica della storia (forse seconda per dimensioni solo a quella dei cinesi, che comunque, in un qualsiasi tuo racconto si rivolgerebbero l’un l’altro con espressioni del tipo “ia'” o “a mamma”, etc..).
:)
attendiamo le prossime puntate di Casa “Dinazzaret” (era il cognome, no?).