Resoconto della cena aziendale
Cinque foto valgono più di mille parole. Presto comunicheremo i vincitori dei pastelli, incrociate le dita.
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Cinque foto valgono più di mille parole. Presto comunicheremo i vincitori dei pastelli, incrociate le dita.
Si è fatta la cena aziendale di mucio.net, con rituale scambio di regali, tanto era la prima volta che si faceva la cena, quindi lo scambio di regali è ormai una ricorrenza.
Domani passerò il pomeriggio a pulire 4,9 chili di cozze per l’impepata del trentuno.
Mio padre potrà mangiare il sugo fatto con gli scrifici o, per i non dialettofoni, cicale di mare, visto che mia madre è rimasta turbata vent’anni fa da questi cosi che si arrampicavano ovunque sul lavandino. Mio padre è contento.
Qualcuna perlescente mi ha detto che sono intelligente.
Presto le foto della cena e dei regali, nonchè i vincitori del concorso dei pastelli.
Vado a cercare un rullino per la polaroid.
[Questo è il resoconto della partitella organizzata da Babelez per martedì scorso, lo scrivo adesso perché non ho avuto il tempo di scriverlo prima. Un ringraziamento di cuore va a Babelez e a tutti quelli che hanno giocato o hanno assistito alla partita.]
Mamma mia, che partita.
La giornata non è cominciata bene, uscito tardi dall’ufficio, e poi direttamente a Pastena sotto casa di Babelez, arrivo lì sotto con la Bombonera alle otto e trentadue e lo trovo sotto cosa con Casper al guinzaglio. Lo porta di sopra e poi scende. Meno male che dovevo essere io quello puntuale.
C’è un po’ di traffico per colpa dello shopping natalizio, ma fortunatamente guadagnamo la tangenziale senza perdere altro tempo. Usciamo all’uscita vicino Bruxelles e passiamo a prendere PiccoloKin che è lì ad aspettarci al freddo e al gelo belga. Adesso siamo pronti per andare al campo.
Arriviamo verso le nove, troviamo la Isla che fuma una sigaretta accanto ad una palma con la sua aria svagata, con una mano disegna qualcosa sulla sabbia, ma cancella tutto quando ci vede arrivare. Ci saluta come se fosse lì per caso e non si fosse proposta lei come portiere.
A proposito di portiere chiedo a Babelez di Johnson e mi dice che è alle prese con il motorino che suo fratello (di Babelez) gli ha distrutto sulla litoranea e ha fatto storie prima che l’Isla si proponesse come portiere.
Dopo un po’ cominciano ad arrivare un po’ tutti, Alessandra ha preso il tram a piazzale Tecchio, vicino al triennio di ingegneria. Ci ha messo un po’ per arrivare ed è partita abbastanza presto, meglio così anche perchè adesso che fa buio presto anche le puttane a Fuorigrotta attaccano prima e non è un bel posto. Fortuna che al ritorno gli diamo noi un passaggio tanto è per strada.
Heloise ha preso la metro vicino casa sua, non a Loreto come dice a chi non conosce quella parte di Milano, ma più vicino, beh io quella parte di Milano non la conosco quindi non vi so dire di preciso dove. E’ un po’ trafelata e si lamenta che ha dovuto fare il biglietto interurbano per Guradu e che era pieno di pendolari che tornavano a casa, a Vimodrone comunque si è liberato qualche posto a sedere.
Giangina ci manda un sms paraculo dal cellulare della sorella alle nove e venti dal cellulare di sua sorella, firmandosi “da giangi”, io comincio a innervosirmi visto che mi scocciano i ritardi, alle nove e mezza abbiamo fittato il campo e manca ancora Toso. Sarà alle prese con il suo dubbio sulla maglia bianca o la maglia nera.
Il tempo passa e ormai ci siamo tutti, la Isla si accende un’altra sigaretta, Babelez la imita, mentre Heloise lo aiuta a sistemare lo scotch attorno al piercing sul sopracciglio. Mentre Alessandra gioca con il pappagallo del tipo che affitta il campo.
Zoe appena arrivata, dopo averci salutato comincia a prendere le misure sulla distanza che separa il campo dall’acqua. Sembra soddisfatta che non ci vogliano più di dieci passi.
Va bene, la squadra è presto fatta, all’inizio partiamo prudenti. La Isla arrotola il pacchetto di sigarette sotto la manica della maglietta e si mette in porta con un paio di guanti da portiere viola, Heloise, Babelez e io in difesa, Alessandra e PiccoloKin avanti.
I nostri avversari sono invece in sette, amici di Babelez di Torrione, accettiamo di giocare con uno in meno, visto che Toso e le sue magliette non si vedere, subito ci rendiamo conto che ci distinguiamo facilmente dagli altri, quelli dell’altra squadra non hanno un blog.
Vinciamo il lancio della monetina, Alessandra tocca per PiccoloKin e si lancia verso la porta avversaria aspettando il passaggio smarcante, PiccoloKin tocca indietro, Alessandra fa un faccia delusa. Una ragazza in attacco che fa il muso se non le si passa il pallone quando è marcata… sarà una partita dura.
Dopo un minuto che abbiamo cominciato a giocare arriva Toso, si scusa per il ritardo, parla del traffico e tutto il resto, ma non gli crediamo e lo sfottiamo un po’, poi si mette a centrocampo a dare una mano PiccoloKin.
Raccontare tutta la partita è lunga, vi racconto un po’ di episodi.
Sullo zero a zero, dopo dieci minuti e un po’ di tentativi, dopo essere arrivato verso il calcio d’angolo di destra, PiccoloKin da indietro per Toso, che non sapendo cosa fare crossa verso Alessandra che è in area in mezzo a due. Salta e segna di testa nell’angolino alla sinistra del portiere. So solo che ho guardato gli altri con due occhi sbarrati e gli altri hanno ricambiato.
Heloise ci prova spudoratamente con uno degli attaccanti, solo perchè ha una maglietta con sopra la faccia di un maine coon, che sarebbe un gatto, ma un paio di volte il tipo la supera facendole “miao” e solo la Isla o i suoi capelli (e chi li ha visti durante la partita lo sa) riescono a salvare il risultato. Prima della mezz’ora Heloise si vendicherà salendogli su un piede e lasciandolo buoni cinque minuti per terra dolorante.
Alessandra tira qualsiasi pallone da qualsiasi posizione verso la porta avversaria, di destro, di sinistro o di testa, non segna sempre ma centra sempre lo specchio della porta. Noi siamo sempre più increduli.
Non potendo essere troppo violenti con lei, gli avversari se la prendono con Toso e PiccoloKin, che sono marcati stretti. Gli altri non sono molto più forti di noi, soprattutto dopo che Heloise si è svegliata.
La partita procede tra un gol da una parte e dall’altra alla pari, giochiamo più in difesa che in attacco, ogni volta che noi segnamo Zoe si va a tuffare a mare. Quando finisce in acqua il pallone è PiccoloKin a tuffarsi per recuperarlo. Dopo il terzo tuffo di PiccoloKin iniziamo a sospettare che ci sia qualcosa con Zoe.
All’ennesimo recupero PiccoloKin lancia il pallone in aria, Babelez tocca di testa e si sfregia con il peircing, ci fermiamo per guardare che si è fatto, ma gli avversari ne approfittano per passare in vantaggio. A quel punto ci incazziamo parecchio. L’Isla in testa a tutti. La dobbiamo fermare in tre.
Metto la palla al centro, mancano due minuti alla fine della partita, guardo Alessandra e Toso e torno indietro. Alessandra tocca e corre avanti, Toso e PiccoloKin avanzano, poi danno dietro, anche io e Babelez superiamo la metà campo ma i nostri avversari sono disposti bene e non possiamo fare niente. Alessandra esce dall’aria avversaria e si fa dare il pallone, Babelez tocca per lei, che finta il tiro e supera il suo avversario, gli si fa incontro un altro che lascia Toso libero, subito riceve palla da Alessandra, che va in area, Toso chiude il triangolo, ma Alessandra, con due uomini davanti, fa velo e lascia passare la palla che arriva a PiccoloKin, solo davanti al portiere è un pezzo di ghiaccio e non sbaglia. Pareggio, ma non ci basta.
Palla a centro, dopo un paio di passaggi, Toso va a contrastare, ma l’altro calcia con forza la palla mentre tocca la palla, lasciandolo a terra dolorante, intervengo io, ma sbaglio il passaggio, mentre Alessandra e PiccoloKin stavano già ripartendo in attacco. Restano Babelez e Heloise contro tre avversari, Heloise ne affronta uno, ma viene evitata con un passaggio di lato, Babelez va sul portatore di palla, ma siamo in inferiorità numerica, un altro passaggio e gli avversari arrivano al tiro: forte e rasoterra, solo un riflesso della Isla Bonita riesce a salvare la nostra porta, ma la palla torna verso il limite dell’area e il tipo con la maglietta del gatto calcia a botta sicura, ma sulla linea di porta c’è Heloise che ferma il pallone in due tempi.
Si riparte, palla alla Isla, che fa rimbalzare la palla un paio di volte, per farci uscire tutti in avanti, poi lo fa scivolare verso Heloise, qualche passo fino al cerchio di centrocampo, noi siamo tutti nella metà campo avversaria, ma tutti marcati. Uno degli avversari va verso Heloise, quando sentiamo Alessandra in aria chiedere palla sulla destra, Heloise non se lo fa ripetere e crossa verso l’area di rigore una palla alta e tesa, Alessandra finge il movimento sulla destra, poi cambia direzione disorientando chi la sta marcando, si lascia superare dal pallone, poi, quasi inginocchiandosi per terra, lo tocca anticipando il portiere che stava uscendo, facendogli passare la palla tra le gambe.
A quel punto il pappagallo comincia ad urlare che il tempo di affitto del campo è finito. Non so se ci abbracciamo prima o dopo essere finiti tutti in acqua. Io, Alessandra, Babelez, Heloize, La Isla, PiccoloKin, Toso, Zoe e anche Hertz che dopo aver visto la lotta nel fango è venuto a vedere la fine della partita.
Siamo ancora in acqua a festeggiare, schizzarci e prenderci per culo, quando chiama *Rain* per dirci che ci ha visto in televisione e che ha tifato soprattutto per Babelez, ma a quel punto io, Toso e PiccoloKin gli abbiamo strappato il cellulare di mano ricordandogli che è fidanzato e l’abbiamo ributtato in acqua.
Al ritorno eravamo stanchi ma contenti, un’esperienza indimenticabile, con dei giocatori e dei tifosi fantastici, peccato per chi non c’è stato, il posto era bello, ma la partita lo è stata molto di più.
A quando la prossima?
(Cliccando sull’immagine, un po’ di foto di dove eravamo a giocare)
Il prologo di sabato sera
I miei amici lo sanno, sto cercando di smettere. E credevo di esserci riuscito, quattro o cinque settimane non sono tante, però un inizio incoraggiante sì. Invece sabato è tornato, subdolo.
Ero distratto, il locale era piccolo e affollato, per il primo cocktail ho impiegato venti minuti, non mi sono arrabbiato solo perchè alla fine ho chiesto a due ragazze se potevano chiederlo al barman per me, carine.
Troppi fighetti, vestiti da alternativi, freecard, barman lento, casino, amici, cazzeggio. E poi è arrivato lui, quando stavamo per andare via, mi visto da lontano e mi ha seguito, ha aspettato che io mi chinassi in avanti per raccogliere cappotto e sciarpa e mi ha fregato.
Stordito dalla serata e dall’alcool sono salito in macchina senza sospettare nulla, ho preso il boccale di birra che avevo nella tasca posteriore dei jeans e l’ho riposto sotto il bracciolo della macchina di Johnson.
Quando me ne sono accorto ci sono rimasto malissimo, se una volta mi sarei congratulato con me stesso per la nonchalance con cui l’avevo fatto, sabato notte non avevo proprio nessuno con cui complimentarmi.
I come ieri, i come Ikea
Ieri era una di quelle serate ovvie, anzi già pensavo di andarmi ad infilare nel mio letto e dormire con qualche ora di anticipo sulle solite ore piccole: peccato però che mi fossi dimenticato della partita del Bologna contro la Juve, allora, piuttosto che andarmi ad infilare in un muro di macchine, ho deciso di fare un salto all’Ikea per spendere il buono da dieci euro che mi ero guadagnato comprando il futon.
Mentre camminavo chiacchierando al telefono, visto che ho questo vizio quando faccio la spesa o giro per l’ikea da solo, ho trovato a terra un secondo buono da dieci euro. Quindi ho cominciato a pensare a cosa potessi comprarmi.
Arrivato alle casse, stranamente, avevo solo otto euro di cose in mano e venti da spendere. Finchè non ho visto il piccolo espositore dei prodotti per l’Unicef e allora mi sono fatto due conti.
Grande concorso di solidarietà
In palio due scatole di pastelli più annesso temperamatite dell’Unicef (The United Nations Children’s Fund) che arriveranno gratuitamente a casa di due dei commentatori di questo post che, entro la mezzanotte del 25 dicembre, avranno il coraggio di condividere con gli altri qual’è l’aspetto della loro vita sul quale hanno deciso di mettere la testa a posto nel 2007.
L’estrazione avverrà durante la cena aziendale di www.mucio.net tra il 26 e il 28 dicembre a Salerno, alla quale siete ovviamente tutti invitati, ma ne parleremo meglio in un prossimo post
A volte ci si libera di un peso lasciando andare cose preziose.
A volte ci si libera di un peso lasciando andare cose che si conservavano da tempo.
A volte ci si libera da un peso anche regalando qualcosa a qualcuno senza che ce ne sia un reale motivo, senza sapere se l’altra persona ne avrà cura come avremmo fatto noi, con uno sconsiderato atto di fiducia.
Ho comprato tante penne nell’ultimo periodo e non le ho usate.
Ho tanti quaderni vuoti e idee per riempirli.
Le cose che c’erano ci sono ancora, ma ho tolto un inutile tappo.
Alla fin fine mi sono liberato da un peso che mi ero costruito da solo.
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