Ok lo ammetto, non ce la faccio più, scrivo questo post, solo per non vedere la foto che sta qui sotto ogni volta che apro il browser.
Io adoro gli incipit, le prime due righe di un libro sono la cosa che mi spingono a comprarlo di solito, ho bisogno di incipit fulminanti e mi piace scriverne, l’incipit è quasi sempre un’ispirazione di un momento che colpisce e rimane fisso nella testa, a volte per giorni o settimane, ha in sè tutto quello che verrà dopo di lui e molte altre cose, d’altra parte l’incipit spesso è perfetto è chi scrive ciò che viene dopo che non è all’altezza.
A me un incipit che fa impazzire e che trovo semplicemente geniale è:
Tiene mente ‘sta palomma
comme gira e comme avota
La canzone se volete cercatela voi, ma già le prime due righe aprono un mondo di possibilità, poi Buongiovanni e Di Giacomo fanno bene anche il resto, ma questi primi due versi sono un incipit perfetto.
Un po’ di analisi tecnica per le capre.
Si comincia con un imperativo rivolto a chi ascolta (o, nel nostro caso, legge), un imperativo forte, “Tiene mente”, tieni in mente, cioè osserva, fai attenzione, ricordati, ma in napoletano si sarebbe potuto dire anche “statte accorto, arricuordate, guarda bbuono”, invece “tiene mente” è proprio un fissati bene nel cervello questa cosa che ora ti dico, perchè ti devo spiegare qualcosa a tal proposito.
La cosa da tenere bene in mente è questa colomba, quindi un uccello abbastanza comune e che ad una prima occhiata non ha nulla di eccezionale, se non il fatto di essere indicato con il dimostrativo “‘sta” quindi la colomba è vicina a chi parla e a chi ascolta, una vicinanza emotiva e che carica ancora di più d’aspettativa chi ascolta.
Dell’uccello ci viene subito specificato il sesso, un colombo femmina, la cosa ci fa subito pensare che gli autori vogliano parlarci di qualcosa che è legato alla sfera dell’amore o dei sentimenti e l’immagine della colomba, con tutti i suoi significati simbolici, di purezza e innocenza, ci fa credere che si parlerà di una storia d’amore nella quale la protagonista, molto probabilmente rappresentata dalla colomba, sarà vittima inconsapevole di qualcosa o di qualcuno, probabilmente proprio del suo stesso amore o comportamento.
Allo stesso tempo intuiamo dal primo verso intuiamo che chi ci sta parlando è coinvolto dalla storia e guarda alla colomba con un misto di preoccupazione e di affetto, altrimenti non ci chiederebbe di prestare così tanta attenzione, tiene mente, ad un animale così insignificante, ‘sta palomma, di cui però l’autore conosce perfino il sesso e in particolare il suo essere femminile.
Il secondo verso contiene una ripetizione “comme gira e comme avota”, descrive il comportamento della colomba, con due termini, gira e volta, che spesso sono usati come sinonimi, ma che qui sottolineano il comportamento confuso e ossessivo dell’uccello. Questa ripetizione ha l’unico scopo di farci soffermare sull’inusuale comportamento turbato da qualcosa della colomba e di convolgerci ulteriormente a livello emotivo.
Adesso l’incipit è concluso, le orecchie di tutti gli ascoltatori sono tese per ascoltare la storia di questa colomba, la voce del cantante e la musica che l’accompagna, meglio allora fare silenzio, sedersi e lasciare perdere tutte queste sciocchezze che scrivo sugli incipit.
Penso che far continuare i racconti con un incipit rivela molto della personalità di una persona. Una dissacrante direbbe \”io tengo mente, basta che la palomma non mi cachi sul parabrezza\”.
vinter non si smentisce. mai.
se una notte d’inverno una palomma
sai che l’avevo intuito quanto ti piacessero gli incipit?
I tuoi sono sempre fulminanti…
e sai che ti ho segnalato ad una persona che di letteratura ne sa? :)
vintervila: chiudere un racconto con un incipit è rivelatore, ma attenta colombi e colombe portano male, controlla la macchina e fammi sapere
quelbruco: quindi è amica tua?
rebelot: :)
velenero: mi piacciono come lettore, che li scriva bene me l’hanno già detto, ma sinceramente non so come mi vengano nè se siano davvero belli, di certo ci penso poco e come dicevo nel post mi vengono in mente e ci rimangono. Per la segnalazione aspetto, ma senza ansia :P
Hi, Doc Mucho.
Non conosco miglior incipit di una piccola ed inoffensiva carica esplosiva azionata dalla apertura del libro alla prima pagina.
L’ho letta su On Writing di Willy Coyote.
…..
sta palomma nun me sap ‘e niente…tanto per dire che st’incipit non mi piace..come tu dici, deve essere fulminante e un fulmine non ha bisogno di analisis…meglio qualche tuo incipit..statt ‘buon babelez la capra
\”quel gran pezzo dell’ubalda
tutta nuda e tutta calda.\”
un incipit che ha fatto la storia.
dopo che si sono fatti edvig fènec.
ps: bravo mucio!
Dire a qualcuno \”ascolta quello che ti voglio dire\”, però, può essere controproducente come incipit. Se lo scrittore ti dice di farlo pare che non abbia i mezzi per tenerti lì a leggere fino in fondo e che quindi te lo debba esplicitamente chiedere. Non trovi?
Luth: I libri di Willy resta però sempre un po’ delle opere incompiute, sempre però meglio dei suoi piani
babelez: bisogna capire quello che ci piace, altrimenti ci rimane una sensazione di piacere generica, invece capendo il piacere aumenta
entusiasmo: brava edvige direi, citata anche in Harry Potter non a caso
laislabonita: non sono d’accordo, una cosa è come lo fa Baricco, cercando di tenere l’attenzione su di sè, un’altra è spostare l’attenzione su quello che si ha da dire. Tutti gli incipit alla fin fine servono ad attirare il lettore, delle captatio benevolentiae e degli strumenti del mestiere, poi se uno è bravo lo leggi o lo senti e non te ne accorgi nemmeno, però il trucco c’è :)
Appunto, ci dev’essere un trucco, non la magia già svelata. Comunque una regola fissa non esiste per questo genere di cose.
No che non esiste, ma a volte è divertente vedere come \”funzionano\” certe cose :)
Vuoi vedere che alla fine stiamo dicendo la stessa cosa? :o
Sarebbe un problema tanto grave
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