Finali
Dopo aver visto l’ultima eclissi, su rete quattro stasera, posso ben dire che le mie storielle tristi sono allegre e finalmente forse ho capito come si scrive un finale.
Casa Tonigno 2 – Nel bosco
Dallo stile del disegno che non lascia adito a dubbi e dai testi che non mi limiterei a definire inutilmente volgari, direi che anche questa tavola ha un suo profondo significato morale.
L\’arte della lamentela cioè lamentarsi di chi si lamenta
Uno dei modi più antichi del mondo di fare satira è lamentarsi. Il bacino del mediterraneo ha sviluppato fior di popoli che hanno fatto della lamentela il loro cavallo di battaglia. La parola satira deriva da una parola latina (satura) che significava qualcosa tipo “focaccetta che non sa di niente ma che se la riempi di roba da mangiare acquisisce un senso più compiuto”.
Infatti chi fa satira di solito ha la pancia piena, se sei magro non fai ridere, se hai fame non vuoi far ridere, vuoi mangiare. Questo ci spiega anche perchè la risata è grassa (e la tosse secca) e perchè i posti dove si ride di più sono quelli con la cucina migliore. A parte se cucino io, perchè lì c’è da ridere per non piangere.
Ma torniamo alla lamentela e ai suoi popoli, sicuramente gli ebrei sono uno dei popoli che, tradizionalmente, più si lamenta sulla faccia della terra. Certo con i nazisti si sarebbe lamentato chiunque, ma la storia della lamentela ebraica è molto antica, al punto che la bibbia è una raccolta di sfighe che raggiunge l’apoteosi quando gli ebrei si accorgono che la terra promessa era la Palestina. Ora, se conoscete un minimo di storia e geografia, ricorderete che all’epoca da un lato c’era l’Egitto e la fertile valle del Nilo e dall’altro la Mesopotamia con non uno, ma due fiumi. Gli ebrei stavano in mezzo, sì, avevano un fiume e un laghetto, il Giordano, ma sinceramente anche il sabato sera di gente se ne vedeva poca.
Gli unici che abitavano in un posto più desertico del loro erano gli arabi, che però erano meno inclini a lamentarsi e quando si accorsero che “ok le sabbiature, però ogni tanto cambiare fa bene” conquistarono mezzo mediterraneo.
L’altro popolo che ha fatto della lamentela un vanto sono gli italiani o meglio gli italiani meridionali, ma tutti sanno che l’italiano è sempre meridionale, all’estero l’italiano è quello che è il napoletano per gli altri italiani. D’altra parte spaghetti, pizza, mandolino, non sono mica a Milano o a Torino? anzi quando si vuole parlare di cose brutte dell’Italia si parla della Fiat o di Berlusconi, non certo cose meridionali. Si potrebbe obbiettare che la mafia è una cosa meridionale, sicuro, però ormai dopo i film di Hollywood, probabilmente è stata sdoganata nel mondo come qualcosa di universale e apolide, come il MacDonald e il karaoke. Figurarsi che al parlamento europero Borghezio viene sempre chiamato dai deputati del Lussemburgo con una parola che ora non ricordo, e che Borghezio crede significhi “amicone”, ma che in lussemburghese significa più o meno “terrone di merda”.
Come mai i meridionali non siano caduti vittima delle mire di Hitler è semplice, il meridionale, per quanto attaccato alla famiglia, è quasi sempre un cane sciolto. Questo ha due vantaggi, primo chi lo incontra pensa che da solo non può fare male e, spesso si sbaglia, secondo poichè è attaccato alla sua famiglia non può essere una cattiva persona, e dipende dalla famiglia. Poi ogni tanto canticchia, fischietta, ti fa assaggiare della roba da mangiare fatta in casa o delle sue parti, è di compagnia quando si beve, insomma è un po’ fastidioso, ma fa anche qualcosa di buono. Gli ebrei o i rom non è che hanno fatto molto per rendersi simpatici, cioè volerti lavare per forza i vetri o non partecipare a gare a birra e salsiccia non è il massimo il sabato sera.
Negli ultimi anni invece sta nascendo una nuova tecnologica popolazione che vuole fare della lamentela un vanto, sono quelli che quotidianamente aggiornano i loro blog. Le tematiche dei loro piagnistei sono le più varie, c’è chi si lamenta dei propri genitori, fidanzato/a, amici, amiche, chi si lamenta della politica, amministrazione, guerra, chi del capoufficio, segretaria, compagno di banco, vicino di casa, fruttivendolo, idraulico, chi di uno scrittore/musicista/attore, chi di due, chi di tutti, chi sceglie il suicidio, chi sceglie di continuare a lamentarsi, chi rompe i coglioni ad ogni più sospinto e chi rompe i coglioni è basta.
Il problema fondamentale è che tutta questa gente spesso è convinta di scrivere bene e, soprattutto, di scrivere cose divertenti. Tolti i ragazzini fino ai 17-18 anni che si lamentano e basta, senza velleità satiriche, ma ci saranno indubbiamente eccezioni. Tutti i maggiorenni, dai 18 ai 90 anni, si atteggiano a uomini o donne vissute, cinici e sarcastici quanto basta, e hanno, per grazia divina, il diritto/dovere di commentare il fatto del giorno, sia esso pubblico o privato, con una battut a salace o una parolina accuminata. E poi ci si lamentava dei latifondi.
Novelli Orazio del web danno ogni giorno prova che battere le dita su una tastiera non significa saper scrivere e che leggere le lamentele di qualcuno è noioso e basta, non divertente. Il problema è proprio come fargli capire queste cose: scartata l’ipotesi violenta, ma solo perchè sarebbe troppo lunga andarli a cercare casa per casa e ormai Sharon è andato, anche se in Cisgiordania aveva fatto un lavoro davvero giudizioso, l’ipotesi teoricamente più semplice sarebbe quella di lasciare un commento ai loro scritti, quando la cosa è possibile, o al più un’email.
Le loro reazioni, a questo punto, possono essere due: “Grazie per il tuo commento e la tua critica cercherò di migliorare”, tradotto “Non capisci un cazzo di niente, però non ti mando a fanculo perchè con i coglioni come te non mi abbasso nemmeno per vedere cosa ho pestato, tanto so che è merda”, oppure “Non capisci un cazzo di niente, però non ti mando a fanculo perchè con i coglioni come te non mi abbasso nemmeno per vedere cosa ho pestato, tanto so che è merda”.
I più furbi indubbiamente potrebbero essere quelli di sinistra che si lamentano della sinistra o quelli di destra che si lamentano della destra, così cercano di raccogliere un pubblico trasversale ai due schieramenti politici; potrebbero, perchè se fossero in politica potrebbero passare da una parte all’altra come Sgarbi, purtroppo però non hanno voti ma solo dei punteggi su un counter che gli sembra sempre troppo fermo. Più fessi di questi solo quelli di centro che si lamentano del centro e nessuno ha ancora capito cosa vogliano.
Poi ci sono quelli che si lamentano di cose vecchie e quelli, i peggiori, che si lamentano di cose vecchie che stanno cambiando, insomma disfattisti, poveri repressi che vivono costantemente attaccati ad internet e che, agorafobici e paranoici quali sono, se inciampano sul marciappiede è colpa del comune che non sistema le strade, non abbatte le barriere architettoniche e non fa nulla di buono per la cittadinanza: oppure davvero da loro le cose non stanno cambiando e allora sono sfigati e si lamentano a ragione, non per questo sono però divertenti. Anche se loro lo pensano.
A questo punto qualcuno si lamenterà anche di chi si lamenta di chi si lamenta. Che palle.
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Mucio
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