Isbn Edizioni. Prima di continuare faccio una divagazione su Isbn Edizioni, mi piace tantissimo la loro veste grafica, il libro bianco con i bordi delle pagine colorati, la copertina lievemente irregolare e il codice a barre sopra. Tutti i loro libri sono così e fanno uno strano effetto a vederli. Inoltre mi pare scelgano tutte cose interessanti, United Kingdom è in verità il primo che prendo e mi sta piacendo, qualche altro l’ho sfogliato e mi pareva interessante. In più in ogni libro includono un microopuscolo con alcune pagine di un altro loro titolo, un’idea molto carina e molto persuasiva se l’altro testo poi vale.
Tornando Divided Kingdom il libro parte da un gioco di parole abbastanza assurdo da reggere la trama: il Regno unito è allo sfascio, quindi i governanti decidono di dividerlo in quattro parti, suddividendo in queste la popolazione, in base alla medioevale teoria degli umori, “Sei collerico, melanconico, flemmatico e sanguigno?” è appunto il sottotitolo del libro.
La storia comincia con il protagonista di 8 anni che viene strappato alla sua famiglia e portato in una scuola di rieducazione prima di essere introdotto nella sua nuova famiglia. Comincia così una nuova vita in un paese che si è fatto (fare?) il lavaggio del cervello, finchè un giorno.
E finisco qui, non perchè mi piace lasciare le cose sul più bello, ma semplicemente perchè sono a pagina 80 o poco più. In compenso però vi posso dire che il libro si lascia leggere davvero bene e la traduzione di Michele Piumini, che credo che sia anche uno scrittore “per bambini” non è affatto male, anzi rende la lettura ancora più scorrevole.
La storia prosegue per episodi e scorre via abbastanza velocemente, evitando i tempi morti, la società post Riorganizzazione è abbastanza ridicola vista dal di fuori da rendere la lettura meno opprimente di quello che mi sarei aspettato e Thomson riesce a rendere vivi i diversi personaggi utilizzando piccoli dettagli e comportamenti.
Sinceramente non l’avrei preso se non fosse stato per la mappa a colori in quarta di copertina e per il desiderio di leggere un libro della Isbn Edizioni, ma non è stato affatto un cattivo acquisto, anzi lo consiglio a tutti quelli che vogliono leggere una storia poco noiosa, senza dover raggionare molto anche con la possibilità di riflettere sul conformismo e individualità della nostra società. Io almeno mi ci sono avvicinato così.
L’immagine che mi rimaneva, quella di due persone in piedi per strada nel cuore della notte, che non avevano nemmeno avuto il tempo di vestirsi, la relegai nell’angolo più buio della mia memoria, e lì rimase come un giocattolo abbandonato, un ukulele con le corde rotte o un orsacchiotto spelacchiato con un occhio solo.
1 Secondo me le recensioni dei libri andrebbero fatte solo attraverso le loro citazioni.
secondo me, riguardo alla nota, hai ragione.
grazie reb, volevi dirmi che potevo risparmiarmi tutto quello che ho scritto? :\\
no, volevo semplicemente dire che una recensione può essere fatta con le frasi. Sia che tu voglia stroncare il libro sia che tu voglia promuoverlo. ti davo ragione. Purtuttavia, aggoungere qualche parola per chiarire meglio il concetto, aiuta il (futuro?) lettore. allora, lo consigli o no, alla fine?
A me è piaciuto, il finale l’ho trovato molto aperto all’interpretazione del lettore. Lo consiglio perchè si fa leggere davvero bene, malgrado il clima che con il passare delle pagine diventa più tetro e/o mistico, quest’ultima cosa in particola mi è piaciuta meno… Comunque un buon libro, non un capolavoro, ma onesto, nè un racconto d’appendice nè un poema omerico. Se hai qualche soldo che ti avanza prendilo, non conosco i tuoi gusti, ma potrebbe essere qualcosa di diverso.