Pomeriggio d’estate
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L’ispirazione è come una farfalla, che va e viene su un alito di vento, non puoi sapere in anticipo quando sarai di nuovo ispirato, nè puoi sapere cosa ti ispirerà, ma, quando sarà, la farfalla che vedrai ti condurrà, se vorrai, o potrai, seguirla, in luoghi o tempi dove non avresti, mai, immaginato di andare.
"Ora, io non dico che tiene ragione Calderoli o un qualsiasi altro leghista, per chi viene da destra, cretino ignorante, per chi viene da sinistra, però dico io, non è che tu vieni dalle Filippine o dalla Cina per andare al Mac con tuo figlio e prendere per lui un Happy Meal, per te un sunday al cioccolato e poi mangiare il sunday inframmezzandolo con delle patatine e, cosa ancor peggiore, facendo fare la stessa dieta a quella povera creatura indifesa, almeno finchè non imparerà a cacciarsi due dita in gola per vomitare le tue trovate, alla Vissani, di nouvelle cousine, evita. Anche io mischio dolce e salto, ma così mi pare un po’ troppo…"
Questo pensavo oggi, in pausa pranzo, mentre ero seduto al MacDonald, mangiando rapidamente i miei nugget, pollo, sic, per tornare in fretta al mio computer. Senonché, mentre svuoto il vassoio nell’apposito cestino, quattro uomini in nero, di quelli dei film, hanno circondato uomo cinese e bambino e li hanno portati con sè. Io ho fatto l’errore di fissarli un po’ troppo, così uno degli uomini mi ha afferrato per un gomito e mi si è accostato. Meglio, prima si è accostato e dopo mi ha afferrato per il gomito.
(continua)
Questo brano è stato scritto con la collaborazione di Associazione amici della Virgola ONLUS.
– Papà mi racconti una favola?
– Ma stu scassacazzo, fotti a dormire
– Allora mi metto a piangere e chiamo il telefono azzurro.
– Va bbuono, però io sono mamma.
– No tu sei solo ricchione.
– C’era una volta un bambino piccolo piccolo, la mamma lo chiamava Pollicino, poi siccome rompeva troppo il cazzo, come a te, perchè zompava sempre e si nascondeva nelle ‘ngogne per poi fare "Bu!", la mamma decise di portarlo a sperdere nel bosco, uso cane sull’autostrada.
– Stai cercando di dirmi qualcosa?
– No io ti vado a sperdere dai zengari.
– Ma tu guarda stu strunz, fotti a continuare ne pallareta.
– Il bambino che sapeva che la madre era nu piezz e’zoccol e si immaginava già che lei lo voleva sperdere, così lasciò delle tracce colle mullechelle di pane, era pure scemo come a te, che poi lì era pieno di uccelli, e quindi non fece altro che far ingrassare ancora di più quegli schifosi piccioni zoppi che stavano da quelle parti…
– E poi come continua sta cazzo di favola?
– Sai che poi non mi ricordo come fernisce? visto che gli uccelli si mangiarono le briciole, come cazzo tornò a casa?
– Se ci stavi tu, gli aucielli te li magnavi tu, ma dalla porta di dietro.
– Mo te lo faccio chiamare io buono a telefono azzurro.
– E allora io non ti dico come finisce la storia.
– E come finisce?
– Che Pollicino attacca ad alluccare che la mamma è na zoccola e che chi lo porta a casa ha un bucchino gratis. Così tornò a casa.
– E chi te le impara ste cose?
– Mugliereta, prima ca se ne fuiesse co chiancaro.
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