L’ufficio accanto
Nell’ufficio accanto al mio c’è una stanza di sole donne, che costrette in un luogo angusto a digitare qualcosa sui loro computer passano la maggior parte del tempo a parlare, parlare, parlare. I muri di cartone fanno passare le voci e la qualità dell’audio è buona, a volte fin troppo alto il volume. La cosa non mi dispiace, a volte capita che sono in ufficio da solo e il chiacchiericcio di sottofondo è come sentire la radio, ogni tanto mettono anche la musica.
Gli argomenti trattati sono i più vari dalla torta della mamma alla religione, con risultati dei ragionamenti spesso dubbi e fuori dal mondo.
Il loro ufficio è pressappoco quadrato e a volte lo immagino come un buco nel quale introdurre delle strisce di carta sulle quali sono scritti argomenti e poi attenderne la risposta, un po’ come i vecchi calcolatori a schede perforate, solo che qui invece che leggere altre strisce di carte con dati improbabili bisognerebbe tendere l’orecchio ed ascoltare, senza dimenticare di prendere appunti.
Le signore della stanza a fianco non hanno molta fantasia e io avrei un po’ di argomenti da fargli sviscerare come loro sanno fare:
– Il caso Fazio;
– Hanno cambiato il bambino della kinder;
– L’uso della vasellina.
Se vi chiedeste se hanno già parlato di dimensioni maschili, sappiate che la risposta è sì, ma non ho seguito il discorso, poichè ero impegnato su altro.