Cara Viola,
uscendo dal pub stasera ho pensato che forse da qualche parte c’è qualcosa di sbagliato. Qui in Irlanda fa buio tardi e malgrado fossero le nove c’era ancora un po’ di luce e in un cielo così mi sarei aspettato di vedere qualche uccello volare.
Accanto al pub c’è un vicoletto, ci passo d’avanti quando torno a casa, in fondo c’è Fred che dorme, il nome me l’ha detto una volta il ragazzo italiano che lavora lì. Un tipo mezzo ubriaco allora è intervenuto nella discussione per dire che Fred prima di finire così era un fabbro in una fabbrica di una città vicina e che era stato licenziato.
Ieri sera ho visto un gatto nero con gli occhi blu, come il tuo, mi ha fissato per un po’ mentre salivo in casa. Ti manderò una foto presto della mia casa, è di quelle dove la mattina ti aspetti che qualcuno poggi il latte e il giornale sulla porta, e magari il tuo cane te li vada a prendere. Fortuna che non è così, il gatto altrimenti non l’avrei visto.
Avrei dovuto parlarti del mio ultimo lavoro, attualmente sto in una fabbrica, ma non è molto divertente, mi stanno uscendo i calli e li rosicchio coi denti. Mi sembra di vivere in un mondo passato e quando accarezzo la carta pare che si sbricioli.
Che strano colore che ha il cielo da queste parti e la sera cambia rapido tra una sfumatura e l’altra. Io non credo che resisterò ancora molto qui, aspettati una mia telefonata entro un mese per sapere dove rispondermi.
Ciao.
Mucio